Con la bolla pontificia "In excelso throno" vengono scomunicati i cardinali Giacomo e Pietro Colonna. Lo stesso giorno i due cardinali assieme a Jacopone da Todi e a due spirituali francescani firmano il così detto "manifesto di Lunghezza", un duro atto d'accusa contro Bonifacio VIII. Il 16 maggio fece seguito un secondo manifesto che elencava gli addebiti mossi a Bonifacio VIII, compreso il raggiro di Celestino V teso a spingerne l'abdicazione, e che richiedeva un consiglio generale della Chiesa.
Il 23 maggio 1297 seguì prontamente un'ulteriore bolla papale denominata "Lapis abscissus" che sottolineava gli oltraggi della loro "dannata stirpe e del loro dannato sangue", che avrebbe voluto sterminare "perché essa sollevava in ogni tempo il suo capo pieno di superbia e di disprezzo": la scomunica veniva estesa ai cinque nipoti di Giacomo ed ai loro eredi dichiarati scismatici.