Partecipò all'unificazione d'Italia come dirigente del Comitato Nazionale Romano. Prima in Roma, successivamente in Napoli come capo della sezione e poi nelle Marche. Nel 1849 essendo stato incaricato della direzione delle ambulanze durati i moti di liberazione della città di Roma venne incarcerato, successivamente subì la destituzione da ogni incarico, la confisca dei beni e l'esilio. Durante l'allontanamento forzato da Roma adottò le false generalità di Cajo.
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