Gli autovelox trasformati in bancomat del Comune

di Paolo Graldi
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Lunedì 5 Giugno 2023, 00:18
Arrivato sulle nostre strade, inguantati come gufi implacabili, gli occhi elettronici, infallibili giudici della velocità. Agli Autovelox già disseminati sui percorsi a scorrimento veloce se ne aggiungeranno presto altri, di ultima generazione, i Tutor chiamati “Celeritas 1506”: non catturano l’attimo sopra i cinquanta orari ma ci osservano su tutto un tragitto. Chi li sfida acquista una certezza: la multa. Ed è su questo terreno che questi apparecchi, o meglio le decisioni degli amministratori sulla loro dislocazione, che si addensano dubbi e polemiche. A Roma lo scorso anno si è registrato un aumento delle contravvenzioni del 43 per cento, co un record d’incassi pari a 133 milioni. Siamo i più tartassati d’Italia dopo Milano. Ecco: non si contesta l’attività di vigilanza e prevenzione là dove il numero dei sinistri e delle vittime suggerirebbe addirittura maggior rigore, non piace affatto l’idea che il vigile elettronico sia stato trasformato in un bancomat per le casse del Comune. L’Autovelox deve servire come deterrente per chi usa la strada come la pista di un autodromo, spericolatamente. Ed è giusto che la presenza di quel temuto tagliando della velocità sia segnalato con anticipo: un avvertimento e non una trappola per rastrellare soldi a tradimento. Non si è ben ancora capito se dal cattivo rapporto tra cittadino e Autovelox dipenda il fatto che solo una multa su quattro viene pagata. Ah, saperlo.
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