L'inutile sfilata dei candidati sui muri puliti di questa città

di Paolo Graldi
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Venerdì 6 Maggio 2016, 20:22
Manca un mese al voto. Si stanno formando le liste. Gli aspiranti alla fascia tricolore e quelli che anelano ad una poltrona nell'aula Giulio Cesare preparano la sfilata dei loro volti, dei loro slogan, dei loro simboli. Le esperienze del passato fanno temere il peggio. Una città letteralmente incartata, avvolta come in un gigantesco cartoccio multicolore, assalita dalle facce accattivanti dei candidati.

Gli esperti di marketing sostengono che la parata di facce e slogan quasi sempre da mercatino dell'usato non sicuro, dove i volti si sovrappongono, serve a poco. La chiassosa galleria non scalfisce la memoria dell'elettore, al massimo gratifica chi espone la propria immagine. Ma tant'è. Quel che ci preme qui affermare è che sia rigoroso da parte di tutti il rispetto degli spazi: le affissioni hanno regole precise.

Temiamo che squadre di attacchini malmostosi si esibiscano in un arrembaggio dei muri liberi, alla ricerca di una visibilità proibita e canaglia. I candidati dovranno impegnarsi al rispetto delle regole dimostrando ancor prima del voto che invocano di rispettare la città, di volerla pulita e presentabile. Se non è accaduto nel passato, e questo giornale ha denunciato severamente ogni abuso, men che meno deve poter accadere oggi. Roma è già ferita dai suoi tanti e drammatici disagi, ha bisogno di senso civico visibile e non solo declamato, di promesse mantenute. Boicotteremo chi imbratta. Si sappia: i cittadini non staranno solo a guardare.

paolo@graldi.it