Il mix magico dei NERD, la Malìa di Ranieri, Natale ska con Palma

Il mix magico dei NERD, la Malìa di Ranieri, Natale ska con Palma
di Fabrizio Zampa
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Lunedì 18 Dicembre 2017, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 18:22
NERD – No One Ever Really Dies

Gli americani NERD (la sigla della band sta per No One Ever Really Dies, cioè Nessuno muore mai davvero, ed è anche, scritto per esteso, il titolo del loro ultimo e ottimo album) sono una piccola formazione, ovvero Pharrell Williams e Chad Hugo (vocalist e multistrumentisti) e Shae Haley (vocalist e batterista).  Pharrell, Chad e Shae sono tutti neri, vengono dalla Virginia, sono nati nei primi anni Settanta e hanno lavorato con alcuni dei più noti artisti pop, reggae, hip hop e rhythm & blues, da Jay-Z a Madonna, Kanye West, Justin Timberlake, Britney Spears e tanti altri. Hanno guadagnato il successo anno dopo anno, implacabili e senza guardare in faccia nessuno.
Difficile capire come sia etichettabile il loro genere, un intelligente cocktail di rock, hip hop, funk e soul mescolati nel giusto equilibrio e al completo di campionamenti di ogni tipo, ma basta ascoltare questo album (è appena uscito, anticipato dai singoli Lemon e 1000 che hanno visto rispettivamente la partecipazione di Rihanna e del rapper Future) per rendersi conto della validità del gruppo e della sua bravura nel restare sempre avanti in una scena in continua evoluzione. La storia dei NERD è una sorta di ritratto del sogno americano: hanno cominciato negli anni Novanta mettendo insieme, con Shae e con il vocalist Michael Etheridge, un quartetto di rhythm & blues, e hanno scelto i tempi giusti puntando sull’attesa del pubblico: il precedente cd Nothing, quinto della serie cominciata nel 2001, era del 2010, ma per loro sette anni sono veloci. Pharrell Williams viene considerato uno dei produttori di maggior successo dell'era contemporanea, ha vinto tre Grammy Award ed è stato indicato da Billboard come il più grande producer del decennio 2000-2010, e insieme a Chad Hugo ha formato The Neptunes, coppia che poi con l’aggiunta di Haley è diventata appunto NERD. «I Neptunes sono ciò che siamo e N.E.R.D è quello che facciamo. È la nostra vita. N.E.R.D è solo una credenza basica, amico. Le energie delle persone sono fatte dalle loro anime. Quando muori, quell'energia potrebbe andare dispersa ma non distrutta», spiegano i tre. Ascoltate gli undici brani, metà dei quali merita dieci e lode: sono energici, divertenti, caotici e pieni di messaggi politici assai poco nascosti, come dire un punto di riferimento non solo per le comunità black.


 
 
Massimo Ranieri – Malia II

Massimo Ranieri è in scena al teatro Quirino fino a San Silvestro con il suo spettacolo Malìa, ma tutti quelli che non andranno a vederlo e sentirlo possono sempre rifarsi con Malia II, l’album nel quale il vocalist, attore e showman partenopeo rilegge in versione jazz, genere che ha sempre amato, una serie di classici della canzone napoleteana riportati al successo fra gli ultimi anni Cinquanta e i primi anni Sessanta. Con lui, in questo disco prodotto da Mauro Pagani, suonano cinque musicisti più che illustri: sono il trombettista e flicornista Enrico Rava, il sassofonista Stefano Di Battista, la pianista Rita Marcotulli, il contrabbassista Riccardo Fioravanti e il batterista Stefano Bagnoli, gli stessi che l’affiancano nel tour teatrale in questi giorni a Roma.
L’attuale versione del progetto Malìa, proposto in anteprima a UmbriaJazz nel luglio scorso, segue di due anni la prima parte, pubblicata nel 2015 con il titolo Malìa – Napoli 1950-1960, e contiene altri brani tradotti in jazz, sia classici come Torero, Luna rossa, Vieneme 'n suonno, Tammuriata nera e Malafemmena, sia canzoni oggi meno popolari come Musetto, Strada 'nfossa, Che t'aggia dì, Giacca rossa 'e russetto. Checché ne pensiate delle abilità di Ranieri nelle vesti di jazz singer, l’operazione funziona benissimo e Malìa II è un disco non solo di qualità ma pieno di sorprese, che recupera le atmosfere di trent’anni fa, quelle della Napoli di Luna caprese, una Napoli che cantava e incantava anche grazie a brani resi di nuovo celebri da Renato Carosone, Bruno Martino, Peppino Di Capri, Fred Bongusto e così via. Provate a sentirlo e cancellerete tutte le vostre perplessità, grazie a Ranieri e alla bravura dei suoi cinque formidabili musicisti.


 
 
Giuliano Palma – Happy Christmas

Sì, di White Christmas, Jingle Bells e Silent Night ne abbiamo le scatole piene, anche perché le abbiamo ascoltate così tante volte che invece di sottolineare un Natale felice lo fanno diventare un Natale da incubo. Ma c’è chi ha pensato di tradurre le canzoni natalizie in versione ska, o se preferite bluebeat, e di offrirvele per darvi la possibilità di sognare un Natale in Jamaica, con le palme da cocco al posto del solito alberello e le spiagge di sabbia corallina che sostituiscono zone piene di neve, pastorelli congelati e Re Magi carichi di mirra.
E’ Giuliano Palma, cantautore e musicista milanese che nel 1986 fondò la band dei Casino Royale (nome ispirato alla saga di James Bond) e che da allora, sia con la band dei Bluebeaters che con varii complici, come Neffa, Caro Emerald, la Pina o Nina Zilli, si è mosso fra rocksteady jamaicano, soul americano e un pizzico di pop made in Italy. Stavolta Giuliano ha selezionato per il suo nuovo album Happy Christmas, appena uscito, soprattutto brani americani, spesso stravolgendoli per renderli più ritmati e più vicini al suo genere. «Ho sempre visto il Natale come un momento malinconico e triste – dice. – Così ho scelto una serie di canzoni nelle quali ho messo una vibra in più rispetto agli originali, che sono spesso dei lentoni. Mi è sempre piaciuto stravolgere canzoni, da quelle di Gino Paoli in poi, e la cosa ha funzionato benissimo». Ecco quindi un viaggio fra classici come Let it Snow, Happy Xmas (War is over), Jingle Bells, Santa Claus is Coming to Town, Merry Christmas Everybody, Rockin’ around the Christmas Tree, tutti opportunamente riveduti e corretti per l’occasione. Immaginate di essere a casa, in un piovoso, freddo e ozioso tardo pomeriggio di dicembre, di farvi una canna e di trasferirvi itantaneamente e miracolosamente a Montego Bay, Ochos Rios o Negril,all’ombra delle palme, con il mar dei Caraibi che sussurra morbidamente, una band che vi fa gli auguri a ritmo di reggae e Giuliano Palma vestito da Santa Claus che vi porta un daiquiri ghiacciato e profumato di lime. Non è un bellissimo sogno per passare un Natale spensierato e allegro?

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