ReiThera, la Corte dei Conti boccia il decreto per la produzione del vaccino italiano

ReiThera, la Corte dei Conti boccia il finanziamento del vaccino italiano
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Venerdì 14 Maggio 2021, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 17:13

La Corte dei Conti non ha registrato il decreto per la produzione del vaccino italiano ReiThera. Lo rende noto la stessa Corte in una nota. La Conte dei Conti racconta tutti i passaggi del confronto con il ministero dello Sviluppo, durato oltre due mesi, per sostenere la produzione del vaccino ReiThera presso lo stabilimento produttivo di Castel Romano. Il decreto prevedeva un finanziamento di 50 milioni su un totale di 80 milioni previsti dal decreto rilancio. Ma il confronto con l'ufficio di controllo della Corte ha portato alla richiesta di chiarimenti e i magistrati contabili, «ritenendo che le risposte fornite dall'Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo, ha deferito la questione all'esame del Collegio della Sezione centrale controllo di legittimità». Il decreto è stato ricusato e l'atto non è stato quindi ammesso alla registrazione.

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«In data 1° marzo 2021 è pervenuto al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti - è scritto nella nota - il decreto di all'approvazione dell'Accordo di sviluppo sottoscritto in data 17 febbraio 2021 dal Ministero dello Sviluppo economico, da Invitalia spa e dalla Società ReiThera srl, volto a sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano.

In particolare, tale programma è costituito da un progetto di investimento produttivo - finalizzato all'ampliamento dello stabilimento produttivo sito in Castel Romano (RM) - e da un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale - destinato a completare la sperimentazione clinica (studi clinici di fase 2 e 3) del vaccino anti Covid-19. Il decreto prevedeva di mettere a disposizione per il finanziamento degli investimenti risorse nel limite massimo di 50 milioni di euro di cui € 41 mln a fondo perduto e il resto come finanziamento a fondo agevolato (su un totale complessivo pari ad 80 milioni previsto dal c.d. Decreto rilancio)».

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La Corte spiega che l'8 aprile, dopo l'attività istruttoria, «è stato formulato rilievo da parte del competente Ufficio di controllo della Corte. L'Amministrazione ha riscontrato tale rilievo, fornendo i richiesti chiarimenti, in data 21 aprile 2021. Successivamente, in data 4 maggio 2021, l'Ufficio del controllo ritenendo che le risposte fornite dall'Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo, ha deferito la questione all'esame del Collegio della Sezione centrale controllo di legittimità. A conclusione dell'adunanza, in data 11 maggio 2021, la Sezione centrale ha deliberato di ricusare il visto sul decreto. L'atto non è stato, quindi, ammesso a registrazione».

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