I 150 anni del “Sole 24 Ore” con festa alla Scala

I 150 anni del “Sole 24 Ore” con festa alla Scala
di Claudia Guasco
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Martedì 3 Maggio 2016, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 09:15
La copia numero uno de “Il Sole” uscì il primo agosto 1865. Quattro pagine dedicate alle notizie economiche e politiche, sotto la testata brillava il motto “per tutti splende”. Il nuovo giornale, voluto dal commerciante di stoffe Gaetano Semenza, dai fratelli imprenditori della seta Penocchio e dall'editore Francesco Vallardi era l'espressione di una borghesia liberale e innovatrice, fortemente saldata agli ideali repubblicani e democratici di Giuseppe Mazzini. Centocinquant'anni dopo è diventato Sole 24 Ore, le quattro pagine si sono trasformate in quattro dorsi, veri giornali nel giornale, e il gruppo editoriale celebra la sua storia e il suo futuro alla Scala di Milano. «L'identità è la forza del Sole 24 Ore», afferma il direttore Roberto Napoletano.

Ospite d'onore il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha posto l'annullo sul francobollo commemorativo: «È un giornale che documenta, capace di restituire il Paese reale», dice. Le note dell'inno nazionale accolgono il presidente nel palco reale, accanto a lui ci sono il governatore della Lombardia Roberto Maroni, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente del Gruppo 24 Ore Giorgio Squinzi e il sovrintendente del teatro Alexander Pereira. Il parterre è quello di una prima della stagione lirica, sotto le luci del foyer si incrociano i ministri Pier Carlo Padoan, Marianna Madia e Dario Franceschini, l'ad di Mediobanca Alberto Nagel e il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina.

E poi manager come l'ad di Mondadori Ernesto Mauri, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, la presidente di Eni Emma Marcegaglia, il numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia, l'ad di Pirelli Marco Tronchetti Provera. Elegantissime l'imprenditrice Diana Bracco, in giacca a ricami bianchi e neri, e l'ex presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, in abito rosso fuoco. «Centocinquant'anni sono tanti - riflette Napoletano - e ci caricano di responsabilità. L'impegno prioritario deve essere quello di preservare, adeguando ai tempi, i tratti cromosomici di un modo unico di fare informazione che si basa su competenza e rigore». Qualcuno, aggiunge il direttore, è convinto che il giornalismo sia diventato uno smartphone: non è così. «Prima vengono la testa, il giornalismo, i contenuti; poi viene la tecnologia, che è un fantastico moltiplicatore di quei valori».

Quattro solisti dell'Accademia di perfezionamento della Scala intonano le note di “Chi mi frena in tal momento”, da Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, e “Un dì, se ben rammentomi... bella figlia dell'amore”, dal Rigoletto di Giuseppe Verdi. Mentre sul blog dell'Associazione amici di Marco Biagi, il presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi interviene in diretta: «Scrivo da un palco della Scala. Buon compleanno Sole 24 Ore! Ha avuto il compito quotidiano di difenderne le ragioni di fronte ai continui tentativi di imporle lacci e lacciuoli». È la forza dei numeri, dice Napoletano, «la forza della verità: con il rigore e i contenuti saremo l'anima del futuro». Che è già arrivato, annuncia il direttore. «La prossima tappa sarà un Sole 24 Ore aggiornato in tempo reale, quotidiano nativo digitale, ovviamente a pagamento perché siamo convinti che o l'informazione riesce a farsi riconoscere un valore dal mercato e farsi pagare oppure muore».
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