Di un allestimento firmato da Lucio Turchetta che sgrana le oltre cento opere in catalogo, che arrivano in prestito da una quarantina di grandi musei della Gran Bretagna, in un susseguirsi di interni che cambiano colori ed arredi per scandire il percorso. Spettacolare la prima che traccia un panorama eloquente dei grandi interventi urbani che rivoluzionano il volto della Londra del primo Settecento per adeguarla al ruolo di capitale del più vasto impero coloniale. Tra i quadri tre stupende tele di Canaletto, che in questa Londra soggiornò per oltre 9 anni. Due ritraggono il ponte di Westminster in costruzione. Pennellate sobrie, tagli prospettici e un uso della luce tutto veneziano, che rischiara e rende mediterraneo pure il cielo sempre nuvoloso: il gusto italiano è bussola forte ma sta crescendo una scuola di paesaggisti più ancorata alla cronaca e al vero, e una scuola altrettanto ricca di pittori e vignettisti, votati a cogliere e a mettere in berlina le mutazioni di classi sociali e costumi.
Come farà il rappresentante più geniale di questa pattuglia di fustigatori di costumi, William Hogart, presente con una quindicina di opere, tra cui spiccano un paio di incisioni in cui racconta con spietata concisione il mercato dei voti di una tornata elettorale. In questa città che si apre con orgoglio al vento della modernità lo svago più seguito è il teatro, specialmente quello di Shakespeare.
Re dei salotti è un attore paffuto, Garrick, di cui la mostra presenta vari omaggi di grandi ritrattisti dell’epoca. Ma la passione contagia anche uno dei pittori più singolari, un inglese d’adozione, lo svizzero Fussli: la galleria di tele tenebrose e surreali dedicate ai personaggi shakespiriani è la chicca più stupefacente dell’intera mostra. La fine del Settecento è l’età d’oro del ritratto, che Reynolds e altri maestri inglese liberano dai vincoli del classicismo accademico. E infine il trionfo di un modo tutto inglese di interpretare il paesaggio, che raggiunge il suo culmine grazie al talento innovatore e profetico di Constable e di Turner: due pareti con i loro capolavori a raffronto chiudono in bellezza il percorso.
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