L’entusiasmo e la fiducia non mancano di certo, anche se dal fronte “infermeria” non arrivano buone notizie: Kodama, Matheus Ferreira e Frattali, infatti, non sono al meglio. «Dispiace arrivare a questo appuntamento in condizioni non ottimali – continua l’allenatore – ma dobbiamo fare di necessità virtù e concentrarci sulle armi che avremo a disposizione. Più che guardare gli assenti o gli avversari preferisco pensare alla mia squadra, al gioco che dovremo proporre in campo».
Perché l’esperienza di due anni fa ha lasciato parecchio amaro in bocca, ma ha anche insegnato molto: «Dalla due giorni di Fiano Romano abbiamo imparato che alla Final Four non esistono pronostici affidabili, ogni partita va giocata sul campo – sottolinea Mattone -. Inoltre sappiamo che per poter arrivare in fondo, e magari alzare al cielo il trofeo, serve l’apporto di tutti. Le risorse a disposizione vanno utilizzate e gestite al meglio, per cui avremo bisogno di tutti i nostri ragazzi».
Una società che è cambiata, con l’ingresso “dell’anima” AM Frosinone e in particolare di Christian Arduini, e che ha continuato a crescere anche dal basso con le sue giovanili; dall’altra parte una prima squadra che, rispetto alle concorrenti, ha mantenuto la stessa pelle, aggiungendo solo qualche “mattoncino” (Piccirilli, Emanuele Scaccia e Rossi le novità rispetto alla stagione 2014-2015). «Credo che questa filosofia ci ha aiutato negli anni a consolidare il nostro gioco – conclude Mattone – adesso i ragazzi si conoscono benissimo, hanno assimilato schemi e impostazione quasi alla perfezione. Alla lunga può essere un vantaggio, difficile che possa esserlo anche in una competizione come la Final Four. Ma la forza e la coesione del gruppo farà la differenza anche qui».
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