Lazio, Sarri: «Mi piacerebbe allenare Berardi. Milinkovic? Per la società può essere un problema, per me no».

Le dichiarazioni del tecnico della Lazio, Maurizio Sarri

Lazio, Sarri: «Mi piacerebbe allenare Berardi. Milinkovic? Per la società può essere un problema, per me no».
di Valerio Marcangeli
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Giovedì 6 Luglio 2023, 00:05

Mentre la Lazio è in attesa, torna a parlare Maurizio Sarri e lo fa ai microfoni di Sportitalia. Il tecnico dei biancocelesti parla a tutto tondo, a partire dalle trattative: «Mercato? Io mi limito a segnalare giocatori adatti al nostro modo di giocare. Se avessi possibilità un miliardo di danno a Lotito glielo farei. Berardi? È un giocatore del Sassuolo… È uno dei calciatori che mi piacerebbe allenare come altri del Sassuolo, per esempio Frattesi. Poi Maxime Lopez mi intriga. È sempre una squadra con una filosofia e con giocatori piacevoli».

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Lazio, le parole di Maurizio Sarri

Su Milinkovic: «Lui è un problema per la società per la scadenza, ma per me potrebbe essere una risorsa. Dipende tutto da quanto il ragazzo è coinvolto della situazione. Con la testa libera è di livello straordinario. Con noi in due stagioni tra gol e assist sarà rientrato in 40 situazioni. Parliamo di un giocatore straordinario, con una vicenda contrattuale che non so che conseguenze possa portare». Sull'attacco: «Vice Immobile? Dipende dalle situazioni che sono in divenire. Se abbiamo necessità di tenere Felipe Anderson esterno allora deve arrivare giocatore più pronto. Con più esterni a disposizione invece possiamo prendere un giovane da tirare su, mettendo Felipe centrale ogni tanto. Dipende dalla rosa che sta venendo fuori. Torreira? È un giocatore che ho visto benissimo alla Sampdoria e bene alla Fiorentina».

Dalle offerte dall'Arabia a Giuntoli

Il tecnico parla anche delle offerte dall'Arabia: «Qualche offerta l’ho ricevuta da quei paesi lì, per il momento però sto bene alla Lazio. Quindi è inutile parlare di soldi. Se poi tra un paio d’anni non starò più bene alla Lazio o mi finirà il contratto, qualcosa per un anno o due lo si può prendere in considerazione. Koulibaly? Difficile entrare negli interessi delle persone. Da quello che ho letto prende 90 milioni per tre anni, è qualcosa che deve prendere in considerazione. Sistema la famiglia per diverse generazioni». Poi su Giuntoli: «Penso sia l’uomo giusto in questo momento storico della Juventus, Cristiano è un fenomeno in queste situazioni. Purtroppo per noi penso che li metterà a posto (ride, ndr). Chiesa e Vlahovic? Sono giocatori forti e torneranno a fare stagioni di alto livello. Una la possono sbagliare. Qualità di Giuntoli? La più importante è il coraggio. Non si fa mai problemi di mettere sul mercato giocatori importanti e di prendere uno sconosciuto. Con l’aiuto di Beppe Pompilio». E sulla sua esperienza in bianconero: «Quando ero alla Juventus tutti pensavano che fosse normale vincere uno scudetto e andare avanti in Champions. Allegri? Ha dovuto gestire una stagione difficile».

Infine su Mourinho, Osimhen e il calendario

Su Mourinho: «Io non la sento questa rivalità. Lui è una persona che mi rimane simpatica. Nelle rare volte in cui ci ho parlato si è dimostrato intelligente. In un Chelsea-Manchester United è successo qualcosa di cui lui se ne poteva approfittare dal punto di vista mediatico e non lo ha fatto. Ha tenuto conto dell’età del ragazzo e il minuto dell’episodio. Si è dimostrato un uomo». Poi su Osimhen: «Quello che ha trovato a Napoli non lo troverà più. È un’esperienza unica, esaltante e particolare, in una città che ti fa sentire responsabilità, ma anche affetto, amore e partecipazione». Infine sul calendario: «Menomale che siamo arrivati secondi. Fossimo arrivati ottavi ci facevano giocare in deroga a Madrid col Real.

Il calendario è pesantissimo perché nelle prime 7-8 partite affrontiamo quattro grandi squadre. Noi abbiamo fatto bene, ma non possiamo negare che altre squadre hanno fatto meno di quello che potevano. Prossimo anno? Mi piacerebbe andare avanti alla Lazio, ma ripetersi sarà estremamente difficile. L’obiettivo sarà restare in Champions con la consapevolezza che sarà dura».

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