Sainz, dall'intervento per appendicite alla vittoria di Melbourne: le due settimane folli dello spagnolo della Ferrari

Dopo Jeddah, Carlos è tornato in Spagna ed è rimasto a letto per ben sette giorni. Non si è potuto allenare, non ha lavorato al simulatore con la squadra. Dal letto poi è salito su un aereo che lo ha portato in Australia

Sainz, dall'intervento per appendicite alla vittoria di Melbourne: le due settimane folli dello spagnolo della Ferrari
di Massimo Costa
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Domenica 24 Marzo 2024, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 08:37

Soltanto 15 giorni fa era apparso nel paddock di Jeddah camminando lentamente, dolorante, per assistere dal box Ferrari al Gran Premio di Jeddah e fornire consigli via radio al suo sostituto, Oliver Bearman. Carlos Sainz aveva dovuto rinunciare, per la prima volta nella sua carriera, a disputare un weekend di gara, che fosse di Formula BMW, la sua prima categoria in monoposto, o di F1. Già il giovedì pre Jeddah, non si era presentato nel paddock, si pensava fosse stato colto da gastoenterite. Sainz aveva partecipato alla giornata di prove libere del venerdì, ma la notte è stata difficile e il mattino seguente il dolore era sempre presente e più fastidioso. Da ulteriori controlli era emerso che Carlos doveva essere operato al più presto per una forma di appendicite acuta. E così è stato.

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Le due settimane folli di Sainz: dall'intervento chirurgico a Jeddah alla vittoria di Melbourne

Dopo Jeddah, Sainz è tornato in Spagna ed è rimasto a letto per ben sette giorni.

Non si è potuto allenare, non ha lavorato al simulatore con la squadra. Dal letto è salito su un aereo che lo ha portato in Australia e Carlos non era affatto certo di poter riuscire a gareggiare. "Non sono stupido", aveva detto a Melbourne il giovedì, "se vedo che avrò problemi fisici, non correrò, non ha senso rischiare". Bearman era stato nuovamente messo in pre allarme. Nelle prove libere di venerdì, Sainz si è sentito bene, seppur ovviamente non al cento per cento. Ma dopo ulteriori controlli, ha voluto proseguire il weekend e in qualifica è stato a dir poco eccezionale cogliendo il secondo tempo. "Se fossi stato a posto fisicamente, avrei conquistato la pole", ha detto mentre al suo fianco Max Verstappen appariva piuttosto sorpreso da una simile dichiarazione.


Ed ecco la gara. Sainz dalla seconda piazzola ha visto scattare bene, come al solito, Verstappen. Ma non gli ha permesso di prendere subito il largo, è rimasto nella sua scia. Al secondo giro, complice anche una sbavatura del pilota Red Bull alla curva 3, Carlos ha colto l'occasione e lo ha superato di slancio. Poco dopo, Verstappen ha cominciato ad accusare problemi al posteriore della sua RB20, del fumo usciva dalla parte destra. Un disco freno era praticamente collassato surriscaldandosi eccessivamente, rilasciando addirittura delle fiamme prontamente spente ai box.

Sainz, salito in prima posizione al 2° giro, aveva davanti a sè ben 56 tornate da affrontare a pieno ritmo. Il dubbio è che potesse incontrare qualche problema sulla distanza in quanto non si era allenato da ormai una ventina di giorni. "Dopo la metà gara ho faticato, mi sentiva duro nei muscoli, ma è andata bene", ha raccontato. Sainz quando ha visto dietro di sé Charles Leclerc che pareva tentare di puntare su di lui, ha siglato due giri veloci che hanno lasciato intendere che non ce n'era per nessuno. Dal box Ferrari è arrivato il consiglio a Leclerc di stare tranquillo e fare da scudo alle due McLaren preparandosi magari all'arrivo della Red Bull di Sergio Perez. Che, invece, è rimasta sempre molto lontana.

Sainz ha gestito meravigliosamente ogni momento del Gran Premio ed ha regalato a se stesso e alla Ferrari una spettacolare vittoria. E' lui che aveva portato il team di Maranello sull'unico gradino più alto del podio ottenuto nel 2023, a Singapore. Ed è ancora lui che fa suonare l'inno italiano in F1 in questo inizio di 2024 spezzando il dominio Red Bull e di Verstappen che non conosceva la parola ritiro da 43 gare. Ma la Ferrari non è stata soltanto Sainz. Leclerc, quarto al via, è stato altrettanto abile e perfetto nell'ottimizzare ogni fase della gara. Ha lavorato benissimo per il team, ma di certo, dentro di sé, il rammarico per essere stato battuto in qualifica e in gara dal compagno di squadra, per di più fisicamente non al cento per cento, deve farlo rosicare non poco. 

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