Bikeconomy, un settore da 500 miliardi di euro

(Foto di Paolo Caprioli/Ag.Toiati)
di Alessandro Di Liegro
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Venerdì 17 Novembre 2017, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 14:47
In Europa vale 500 miliardi di euro, più del Pil di Stati come la Danimarca, occupa 70mila persone e può far risparmiare 24 trilioni di dollari. In Italia vale 6,2 miliardi di euro potrebbe produrre un risparmio per la sola città di Roma di circa 3 miliardi. È la bikeconomy, la promozione dell'utilizzo della bicicletta come principale mezzo di trasporto, da realizzare attraverso l'adozione di normative e progettualità atte a sviluppare la mobilità a due ruote, pulita e salutare. Secondo il Sustainable Mobility for All, aumentando l'utilizzo della bicicletta e di e-bike fino all'11% del totale dei trasporti mondiali entro il 2030 e del 14% entro il 250 si risparmierebbero nel mondo circa 24 trilioni di dollari in carburante, emissioni di anidride carbonica e costi diretti dei mezzi di trasporto.
 
 

Delle ricadute dell'utilizzo della bici su economia e salute se ne è diffusamente parlato al Maxxi durante la seconda edizione del Forum sulla Bikeconomy a cui ha partecipato il ministro dell Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, insieme alla direttrice dell'osservatorio sulla Bikeconomy Annamaria De Paola, all'assessora ai trasporti di Roma Capitale Linda Meleo e Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana.

Sono 743 mila gli italiani che utilizzano sistematicamente la bici per andare al lavoro, e Bolzano, Emilia Romagna e Veneto come isole felici per i ciclisti italiani. Nel solo 2015 quasi due milioni di italiani hanno percorso in totale circa 5,7 miliardi di chilometri. Il giro d'affari per l'Italia, tra i maggiori produttori europei, si aggira intorno ai 488 milioni di euro, a cui si aggiungono 483 milioni da vendite di parti e accessori e 190 milioni per le riparazioni, per un mercato che dà lavoro a quasi 8mila persone.

«Il solo mercato del cicloturismo vale 3 miliardi di euro in Italia – esordisce il ministro Delrio, appassionato ciclista – per questo motivo abbiamo deciso di avviare un sistema di ciclovie turistiche nazionali, per creare ricchezza e posti di lavoro. L'esperienza ciclistica può diventare la punta di diamante della sostenibilità, che permette una fruibilità nuova degli spazi e delle nostre città, finalmente degna della nostra vita quotidiana. Abbiamo dato gamba a ciclovie turistiche per sfruttare la fruibilità del territorio ma dobbiamo far capire le potenzialità che ci sono nell'economia della bici, per i costi indotti che risparmiamo usando la bici». Il cicloturismo è un mercato da 44 miliardi di euro e muoversi in bici può diventare un'enorme fonte di lavoro e ricchezza per il nostro paese. «Non c'è mai stato in Italia un progetto di rete ciclabile statale – prosegue Delrio - Adesso abbiamo 8mila km di ciclovie, finanziate con 400 milioni di euro, insieme a co-finanziamenti degli enti locali di 300 milioni di euro». In progetto la ciclovia da Venezia a Torino che percorre il Po, la Ciclovia del Sole che va da Nord a Sud, quella dell'acquedotto pugliese, della magna grecia: «Nell'arco di un paio d'anni queste ciclovie diventeranno realtà organica – conclude - Per la prima volta l'Italia oltre al piano di sviluppo ferroviario e stradale ha anche un piano di sviluppo della ciclabilità».
 

Il forum si è protratto per tutta la giornata e ha visto protagonisti alcuni dei principali attori del fenomeno della bikeconomy, dall'event director di Bike London Hugh Brusher – massima espressione della mobilità ciclistica con 8 milioni di sterline di investimento – e i consulenti della provincia di Amsterdam (dove i ciclisti sono padroni delle strade) Kees Van Ommeren e Paolo Ruffino.

«Il settore della bikeconomy è uno dei più interessanti che abbiamo incrociato in questi anni e lo stiamo studiando con la massima attenzione – ha detto Beniamino Quintieri, presidente della Fondazione Manlio Masi – solo la produzione e la vendita di biciclette e accessori in Europa ha un giro di affari che si aggira sui 18 miliardi di euro l'anno. Il potenziale per l'Italia è enorme».
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