Facebook e le ambizioni di Zuckerberg: l'obiettivo è portare Internet ovunque

Facebook e le ambizioni di Zuckerberg: l'obiettivo è portare Internet ovunque
di Andrea Andrei
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Lunedì 18 Aprile 2016, 20:23 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 20:46
C'è già chi l'ha definito “imperialismo”. O sarebbe meglio dire “cyber-imperialismo”. In effetti l'atteggiamento che Facebook sta mostrando con le novità e i progetti presentati durante la F8, conferenza annuale dedicata agli sviluppatori che il social network ha tenuto questa settimana al Fort Mason Center di San Francisco, riflettono la convinzione di avere un ruolo di primissimo piano.

Perché non è solo la giusta volontà di rafforzare le proprie intuizioni, come il sistema del “Mi piace”, le nuove “Reazioni” e gli Instant Articles, che permettono di leggere le notizie molto più rapidamente senza uscire dalla piattaforma Facebook, o il nuovo tasto “Salva”, annunciato al F8, che consentirà di “appuntarsi” articoli, video e prodotti. O ancora i video a 360 gradi, che Mark Zuckerberg non ha esitato a definire la nuova frontiera della tecnologia, sostenendo le proprie convinzioni con l'acquisizione di Oculus Vr (società che produce il visore per la realtà virtuale Oculus Rift), e annunciando a San Francisco un nuovo dispositivo, la videocamera Surround 360, in grado di catturare filmati a tutto tondo in altissima risoluzione (8K).

Non è nemmeno la tendenza a invadere il campo altrui, come dimostra l'introduzione dei video in diretta stile Periscope o il tentativo (fallito) di imitare Snapchat con un'app molto simile, Slingshot. È che il sovrano Zuckerberg, non contento di essere a capo di uno dei più vasti e potenti imperi dell'era contemporanea, con una popolazione di 1,6 miliardi di utenti e un patrimonio aziendale di 325 miliardi di dollari (la sua è la sesta compagnia al mondo in termini di valore) guarda molto più in là. La sua missione principale, ha spiegato chiaramente al F8 lanciando anche una “frecciata” a Donald Trump, è infatti di «connettere il mondo, non costruire muri».

Come? Portando Internet ovunque, in primis. In questo scenario, la rivoluzione dei social network, avviata dallo stesso Facebook e poi rafforzata da Messenger, WhatsApp e Instagram, non è che il primo passo. Il prossimo sarà diffondere la piattaforma Internet.org, dedicata ai Paesi in via di sviluppo, anche attraverso l'invio di un satellite che permetterà di dare accesso alla Rete a 25 milioni di persone.

Ma non finisce qui, perché il re vuole ampliare i confini dell'impero fino alle stelle e oltre, conquistando l'Everest dello spazio, Alpha Centauri. Parteciperà infatti al progetto di Stephen Hawking e Yuri Milner che vogliono arrivare nel sistema solare, lontano 40 mila miliardi di chilometri, in appena 20 anni.

Non c'è da sorprendersi quindi dei tanti commenti preoccupati, da quello del Washington Post che sostiene che Facebook voglia «diventare Internet», a quello dell'Economist, che parla di «ambizioni imperialistiche». Più che altro, ciò che parecchi temono è che dietro la missione evangelica di Zuckerberg ci sia l'intenzione di mettere le mani su un mercato vergine, in cui Facebook e Web possano diventare sinonimi. L'importante è che la parola libertà non finisca per esserne un contrario.

andrea.andrei@ilmessaggero.it
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