Durante un'indagine di routine su Google, il Dipartimento del lavoro ha rinvenuto, secondo quanto riportato dalla stampa americana, le sostanziali differenze nei salari fra donne e uomini. Google in qualità di contractor federale è oggetto di indagini periodiche per accertare il rispetto delle norme che vietano la discriminazione fra i dipendenti. Alla luce della scoperta, le autorità americane chiedono a Google l'accesso a più dati sui compensi per accertare le indicazioni ancora preliminari emerse dalle indagini. In un'udienza procedurale davanti a un giudice federale di San Francisco, il direttore regionale del Dipartimento del Lavoro, Janette Wipper, non usa mezzi termine: sono stati rivenute «disparità sistemiche nei compensi a svantaggio delle donne». Google respinge seccamente l'accusa: «Siamo in disaccordo con Wipper.
Ogni anno conduciamo un'ampia e approfondita analisi sui compensi e non abbiamo rinvenuto nessuna disparità.
Al di là di dichiarazione infondate che abbiamo sentito per la prima volta in tribunale, il Dipartimento del Lavoro non ha fornito nessun dato o condiviso la metodologia usata» spiega un portavoce di Google. La liberal Silicon Valley è nel mirino da anni per discriminazioni sul lavoro per l'elevata percentuale di uomini bianchi e asiatici fra i dipendenti e i manager. Diversi colossi sono corsi ai ripari, impegnandosi a diversificare la propria forza lavoro. Le accuse alla Silicon Valley arrivano mentre nuovi studi dipingono la finanza sempre più un "club per soli uomini", con le donne relegate a ruoli non manageriali, mostrando un filo conduttore fra la old economy e la new economy.
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