YouTube, rivolta delle star: «Ue tuteli i contenuti sul Web». Il video-social network: «Con noi più soldi»

YouTube, rivolta delle star: «Ue tuteli i contenuti sul Web». Il video-social network: «Con noi più soldi»
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Giovedì 30 Giugno 2016, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 21:52
Una lettera indirizzata alla Commissione Ue per mettere fine alla «discriminazione remunerativa» causata dal caricamento dei contenuti musicali sul web. La hanno firmata recentemente più di mille artisti, come racconta in un articolo il Financial Times. Nel 2015, secondo il rapporto dell'IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), il mercato ha fatto registrare un giro d'affari complessivo di 15 miliardi di dollari con un rialzo del 3,2% rispetto al 2014. Il comparto digitale è diventato la prima fonte di ricavi, spingendo gli artisti a chiedere una maggior tutela.

A firmare la lettera, tra gli altri, Abba, David Guetta, Lady Gaga, Christina Aguilera, Bruno Mars, Carla Bruni, Duran Duran, Maroon 5, Placido Domingo, Coldplay, Ed Sheeran. Tra gli italiani: Zucchero, J Ax, Anna Tatangelo, Anna lisa, Biagio Antonacci, Daniele Silvestri, Fedez, Federico Zampaglione, Fiorella Mannoia, Gigi D'Alessio, Elisa, Giusy Ferreri, Eros Ramazzotti, Enrico Ruggeri, Laura Pausini, Marco Mengoni, Francesco De Gregori, Tiziano Ferro, Subsonica, Noemi, Emma, Il Volo, Piero Pelù, Samuele Bersani. «Siamo di fronte ad un momento decisivo per la musica - scrivono -. Il consumo sta esplodendo, i fan ascoltano musica come mai prima d'ora e i consumatori hanno oggi l'opportunità di accedere alla musica che amano sempre ed ovunque. Tuttavia il futuro è messo in pericolo da un significativo "value gap" (discriminazione remunerativa) provocata da servizi basati sul caricamento del contenuto da parte degli utenti, tipo YouTube di Google, che di fatto sottraggono valore alla comunità musicale, agli autori e agli artisti. Oggi questa situazione è una seria minaccia alla stessa sopravvivenza dei creativi, alla diversità ed alla vitalità del loro lavoro».

Gli artisti sottolineano che «i servizi di caricamento di contenuti approfittano delle esenzioni di responsabilità (safe harbour) previste dalle norme europee. Queste esenzioni furono create oltre venti anni fa come garanzie per favorire lo sviluppo delle start up digitali, ma oggi sono applicate impropriamente a corporation che distribuiscono e monetizzano il nostro lavoro». «In questo momento - aggiungono - siamo di fronte ad un'opportunità unica per risolvere il problema del value gap. La proposta di revisione della legislazione sul copyright della Commissione Europea può modificare questa profonda distorsione del mercato chiarendo quale sia l'appropriato utilizzo delle norme sul safe harbour».

Un portavoce di YouTube ha allora risposto, sottolineando che: «I servizi digitali non sono il nemico.
YouTube collabora con l'industria musicale per generare ancora più ricavi per gli artisti, in aggiunta ai 3 miliardi di dollari che abbiamo già pagato sino ad oggi. La stragrande maggioranza delle etichette e degli editori ha accordi di licenza in essere con YouTube e nel 95% dei casi sceglie di lasciare i video caricati dai fan sulla piattaforma e di trarre guadagni da questi video. Il nostro sistema di gestione dei diritti, Content ID, va ben oltre ciò che la legge richiede per aiutare i detentori dei diritti d'autore a gestire i propri contenuti su YouTube: i video caricati dai fan generano ad oggi il 50% delle loro revenue su YouTube. Infine siamo convinti che, offrendo maggiore trasparenza nelle remunerazioni agli artisti, possiamo affrontare molte di queste preoccupazioni»
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