SpaceX riparte con un successo dopo il flop del 2016: in orbita 10 satelliti Iridium e primo stadio recuperato Video

SpaceX riparte con un successo dopo il flop del 2016: in orbita 10 satelliti Iridium e primo stadio recuperato Video
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Sabato 14 Gennaio 2017, 23:07 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 16:45
SpaceX, la società californiana fondata da Elon Musk 15 anni fa, la prima privata a mettere in orbita, e recuperare, un veicolo spaziale, ha finalmente ripreso i voli dopo una pausa forzata seguita all'esplosione del suo razzo vettore Falcon 9, il primo settembre dell'anno scorso, mettendo in orbita con successo il primo gruppo di 10 satelliti NEXT Iridium.

Il lancio è avvenuto come previsto alle 18,54 ora italiana (9:54 locali), dalla base aerea di Vanderberg in California e 2' 33 secondi dopo, il primo stadio si è distaccato dal secondo, che porta il carico pagante, rientrando con successo a terra, sulla piattaforma galleggiante predisposta nell'Oceano Pacifico, per poter essere riutilizzato in futuro.





Musk, che guida anche la Tesla Motors, ha creato SpaceX nel 2002 proprio con l'obiettivo di lanciare satelliti e altri veicoli nello spazio con costi contenuti, creando vettori riutilizzabili per ridurre i costi della messa in orbita (al momento pari a circa 60 milioni di dollari a lancio, secondo il Wall Street Journal, cioè un quarto del consorzio Boeing-Lockheed Martin). 

L'esplosione di quattro mesi fa, che un'accurata indagine ha attribuito a un difetto in uno dei serbatoi di ossigeno liquido nel secondo stadio del vettore Falcon 9, era stata però preceduta da un altro incidente nel giugno 2015. Fino ad allora SpaceX era riuscita a fare 18 lanci riusciti di fila (contro 100 della rivale Boeing-Lockheed Martin e 75 di Arianespace). Il secondo stadio ha messo in orbita con successo, un'ora e 19 minuti dopo il lancio, da un'altezza di 622 km, il primo gruppo dei 10 satelliti Next Iridium, sui 70 totali che saranno lanciati appunto a 10 alla volta con i Falcon 9, destinati a sostituire quelli attuali dell'unica rete cellulare satellitare che copre tutto il mondo. La costellazione originale Iridium è stata messa in orbita tra il 1997 e il 2002. 

La nuova costellazione Iridium Next è realizzata da Thales Alenia Space (joint venture franco-italiana 67% Thales, 33% Leonardo- Finmeccanica) e comprenderà in tutto 81 satelliti. L'operazione, che si dovrebbe concludere entro il 2018, è stata definita il più grande upgrade della storia della tecnologia e mai tentato prima nello spazio. Ma l'azienda aerospaziale di Hawthorne vuole andare ben oltre e uno dei progetti annunciati prevede la messa in orbita di una rete di ben 4.425 satelliti, il triplo di quelli che attualmente orbitano intorno alla Terra, per fornire connessioni internet ad alta velocità in ogni angolo del pianeta. 

Il progetto era stato svelato agli inizi del 2015 dallo stesso Musk, che aveva stimato il costo dell'operazione in 10 miliardi di dollari, con investitori come Google e Fidelity, che insieme hanno contribuito per un miliardo. Stando al documento, i satelliti dovrebbero pesare 386 chilogrammi e orbitare a un'altitudine di circa 1.200 chilometri. 

Ancora più ambizioso è il progetto del sistema di Trasporto Interplanetario (Its), per colonizzare Marte. Il piano della azienda californiana, che ha in programma nel 2017 di lanciare i primi astronauti verso la Stazione Spaziale e di inviare su Marte una navetta automatizzata nel 2018, è ancora tutto, o quasi, da sviluppare. A partire dal razzo vettore, che dovrebbe essere diverse volte più potente del razzo di quarta generazione attualmente in fase di realizzazione. Il progetto Its prevede infatti di progettare un potentissimo razzo spinto da 42 motori Raptor, capaci di portare un carico 2 volte più pesante delle missioni Apollo, e una navetta di 50 metri per ospitare fino a 200 astronauti. Il viaggio per Marte durerebbe appena 80 giorni e, nello scenario più ottimistico, il costo per passeggero potrebbe essere di appena 100mila dollari.
 
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