Beni confiscati alle mafie: ad Acquasparta mini appartamenti per giovani coppie, Libera tratta per il negozio di Corso Vecchio

I lavori nello stabile accanto a palazzo Cesi avanti spediti, ancora da risolvere la vicenda del locale al centro di Terni

Beni confiscati alle mafie: ad Acquasparta mini appartamenti per giovani coppie, Libera tratta per il negozio di Corso Vecchio
di Nicoletta Gigli
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Lunedì 22 Aprile 2024, 11:48

TERNI - I lavori vanno avanti spediti e nel giro di tre o quattro mesi saranno conclusi.

I cinque mini appartamenti della palazzina appartenente a una famiglia storica di Acquasparta finita nelle mani della mafia saranno destinati a giovani coppie.

L’immobile che sta accanto a palazzo Cesi, sequestrato anni fa e riaffidato all’amministrazione comunale, è rimasto a lungo lì in attesa che si potessero risolvere gli intoppi burocratici.

Una volta superati, non senza difficoltà, sono partiti i lavori gestiti da Ater Umbria e la palazzina in estate sarà pronta ad ospitare giovani coppie, con il Comune e l’Ater che si faranno carico della messa a punto del bando per l’assegnazione dei mini appartamenti.

«Per noi è un grande risultato anche perché sappiamo che in giro per l’Italia ci sono tantissimi beni sottratti alle mafie che sono bloccati da anni a causa della burocrazia - dice Donatella Caroli, referente di Libera Umbria per Acquasparta.

Vigileremo su questo iter nei tempi in cui purtroppo la mafia non veste più i panni della lupara e della coppola ma lavora sottotraccia al riciclo delle somme illecite. Lo scopo di Libera è mantenere alta la guardia insieme alle istituzioni locali».

Nella lista dei beni confiscati alle mafie in provincia di Terni  e da destinare ad attività sociali, accanto alla palazzina nel cuore di Acquasparta, c’è l’immobile che sta in corso Vecchio, a Terni e che ospita un negozio di Compro Oro.

Anche qui parliamo di pieno centro. Il locale a pochi passi da piazza della Repubblica nel 2016 fu confiscato alla mafia e trasferito nel patrimonio indisponibile del Comune di Terni. L’ufficio patrimonio manifestò interesse all’acquisizione, ai fini della sua valorizzazione, attraverso la vendita o la locazione per ricavare proventi da destinare a finalità sociali.

Ad oggi c’è il contratto d’affitto per l’attività di Compro Oro e Libera è ancora in cerca di una soluzione che rispetti lo spirito dei patrimoni sottratti alla criminalità.

«E’ vero che i titolari del negozio non hanno nulla a che vedere con la pregressa gestione mafiosa ma il contratto d’affitto, seppure i proventi siano destinati ad attività sociali, non consente di rispondere appieno allo spirito insito nella gestione dei beni confiscati alle mafie» dice Giuseppe Fiorenzano, referente per la provincia di Terni di Libera Umbria.

L’associazione negli anni si è confrontata, con alterne fortune, con le amministrazioni che si sono succedute ella guida di palazzo Spada.

Il  problema è che c’era un contratto d’affitto che non poteva essere risolto. «Abbiamo avuto di recente un incontro con l’assessore Michela Bordoni e abbiamo appreso che l’amministrazione precedente aveva rinnovato il contratto di locazione che scade nel 2027 - dice Fiorenzano. Abbiamo chiesto la possibilità di una modifica e siamo in attesa di capire, altrimenti sarà necessario attendere la scadenza naturale del contratto cercando di valutare per tempo una questione che fino ad oggi non è stata affrontata».

Per Libera, oltre all’aspetto economico, c’è quello simbolico: «Destinare i proventi dell’affitto ad attività sociali non ha lo stesso valore di una destinazione diretta di un immobile sequestrato alle mafie».

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