Come guidare senza rischi anche
quando in Umbria ci sarà la neve

Come guidare senza rischi anche quando in Umbria ci sarà la neve
di Ruggero Campi
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Sabato 18 Novembre 2017, 22:19
Una volta non era neanche di serie, anzi – molto semplicemente – non era previsto: parlo del riscaldamento dell’abitacolo dell’automobile, che ancora negli anni ‘50 era un optional abbastanza ricercato e per alcuni modelli neanche previsto. E prima? Beh, c’erano delle pratiche cassette di metallo ricoperte in tessuto dove si poteva infilare una mattonella di carbone e sperare di avere un po’ di calore ai piedi e alle gambe, oppure piastre da collegare al motore con tanto di ventola e di diffusore. Sì, fa sorridere, ma la 500C che negli anni ‘60 ebbe il riscaldamento e l’impianto di aereazione di serie fece gridare al miracolo.

Oggi non c’è automobile che non sia climatizzata, con temperatura ideale in estate e inverno, addirittura programmabile in anticipo grazie al time climate: si imposta l’ora e l’auto si riscalda da sola anche a motore spento, offrendo a chi monta a bordo intirizzito un piacevole teporino. Ormai tutte le macchine, anche gli spartani furgoni, offrono l’optional del sedile riscaldato, non sia mai che i lombari dei sempre arrabbiati e frettolosi furgonisti prendano freddo e, nella fascia di automobili superiore, sia il guidatore sia il passeggero anteriore possono impostare autonomamente la temperatura preferita, tenendo conto anche di parametri esterni come la temperatura, l’umidità dell‘aria, l’intensità luminosa e l’angolo di incidenza dei raggi solari. Arriva troppo sole da sinistra? Ecco che scatta una differenza di temperatura tra i sedili anteriori. Il volante è gelido? Niente paura, anche lui diventa confortevole per non gelare le mani delicate del conducente.

Insomma neanche a casa propria si possono avere tanta perfezione e tanto confort. Eppure, malgrado le mille meraviglie della tecnologia, arrivano i primi freddi e al volante vedi individui intabarrati, cappellini calati sugli occhi, piumini polari e cappucci alla Rocky Balboa, certo molto trendy, ma non adatti alla visione laterale. Le pellicce sono molto giù di moda, ma quelle ecologiche non mancano, se possibile ancora più spesse e voluminose di quelle animali. E pensare che guidare così conciati è anche pericoloso: in primo luogo per la compromessa mobilità delle braccia e del collo, e poi per la mancata aderenza al corpo delle cinture di sicurezza le quali, per fare fino in fondo il loro dovere, devono essere un tutt’uno con il soggetto, guidatore o passeggero che sia. Ma a parte i sorrisi che certe situazioni possono suscitare, non vi sarà sfuggito come in questi giorni in cui la temperatura atmosferica è bruscamente scesa e le notizie sulle prime nevicate hanno avuto un ruolo di riguardo durante i radio e tele-giornali, la corsa (ed inevitabile coda) dal gommista è andata di pari passo con il cambio di stagione nell’armadio, dove gli abiti di cotone più o meno leggero sono stati sostituiti da giubbotti, giacche a vento, indumenti di lana e finanche di cachemire della Solomeo Valley.

E se poi dovesse davvero nevicare? Niente paura. Di certo non sarà il cachemire a salvare l’automobilista e la sua difficoltosa mobilità, quanto piuttosto un’attenta gestione del proprio autoveicolo che inizia con il montaggio di gomme termiche e con una guida dolce, non brusca e particolarmente attenta, così come insegnano nei corsi di Guida Sicura dell’ACI. Perché tutti sono pronti a dare buoni consigli (...disinserisci il controllo di trazione alla partenza, togli il piede dall’acceleratore se la macchina inizia a slittare, frena con più energia…), ma non c’è niente di meglio, anche per aumentare la fiducia in noi stessi e non sentirci mai in preda al panico, che vivere e sperimentare in prima persona, in condizioni di assoluta sicurezza, queste situazioni di guida di “emergenza”. In città, direte, non c’è obbligo di equipaggiamento invernale, ma per noi che viviamo in Umbria anche un ripido saliscendi in un centro urbano può trasformarsi in una trappola e dunque, per parafrasare l’indimenticabile slogan di Persichini “dalle Alpi agli Appennini... gomme belle, senza penzà ta i quatrini”.
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