La Pasquetta nel 2017, tra
Social e bucoliche pedalate

La Pasquetta nel 2017, tra Social e bucoliche pedalate
di Ruggero Campi
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Sabato 22 Aprile 2017, 14:44
Il picnic fuori porta dev’essere veramente giù di moda: avessi visto una coperta a quadri sistemata su un prato, su una deliziosa collinetta, o proprio sul tornante, con la fedele automobile vicina, quasi a festeggiare anche lei la tradizionale Pasquetta. Niente. Niente bambini festanti che giocano a palla, mentre il papà legge il giornale sulla comoda sedie pieghevole e la mamma estrae prelibatezze dalla apposta cesta di vimini. Bella immagine anni ’60, chissà se avveniva veramente così, o abbiamo finito per convincerci che nel buon tempo antico il Lunedi dell’Angelo coincidesse con questi agresti godimenti. Adesso, deportati in un prato, i bambini giocherebbero solo con il tablet, tutti gli adulti sarebbero intenti a controllare WhatsApp e social, inviando a ripetizione immagini del luogo ameno dove si trovano e a ricevere quelle degli amici. Un gran lavoro, mettere i like, aggiungere faccine, fare selfish tutti insieme senza neanche la fatica di osservare veramente il posto dove ci si trovi. Ma ormai è così, il rendering vale come realtà, anzi è più bello e la realtà digitale si confonde e sostituisce quella tangibile. In sella alla mia fedele Pinarello rifletto e mi guardo intorno mentre attraverso luoghi bellissimi tra Umbria e Toscana, Umbertide, Niccone, Mercatale Val di Pierle …. Invece, molti imprudenti automobilisti e motociclisti , piuttosto di arrivare tardi al pranzetto, non si fanno scrupoli si spingere sull’acceleratore violando ogni limite di velocità e della ragione. Superano facendoti il pelo, incuranti se sopraggiunge qualcuno dalla direzione opposta e magari subito dopo svoltano a destra e ti tagliano la strada. Più di una volta sulla testa del ciclista appare la nuvoletta con scritto “scemo vai piano” Per fortuna solo la nuvola, perché non vale la pena , meglio lasciar perdere. Anzi, ringraziamenti ed esagerata cordialità nei confronti di chi non ti sfiora o ti dà gentilmente la precedenza, perdendo qualche secondo del suo prezioso tempo. Ma a parte questo che rappresenta la quotidianità di qualsiasi passeggiata in bici, la pasquetta che fine ha fatto? La sua fine è nel cambiamento dei valori e delle esigenze.  Torta, salame, capocollo neanche a parlarne piuttosto ristorante “stellato”, o agriturismo di “charme” e vino con etichetta importante.  Della pasquetta però, checchè se ne dica, rimangono gli odori o meglio i profumi che escono dalle cucine. Pedalando, e ai limiti della fame, non puoi fare a meno di abbinare i profumi alle pietanze in cottura; ed allora passando vicino alle case fiuto la delizia dell'agnello arrosto con patate, e poco più in là una grigliata mista e il pollo e la fragranza delle verdure saltate in padella. Il povero ciclista ha con sè un “gel” energetico quasi repellente e nella borraccia i sali del Polase. Evviva i profumi alimentari della nostra terra... Altro che molestia olfattiva, come ha bollato la Cassazione l’odore  di pietanze che fuoriusciva da un’abitazione! Ma ogni tanto anche i sogni del ciclista diventano realtà: un giorno a Cannara scambiai con un gentile signore qualche battuta scherzosa sul cibo e la settimana dopo… magnifica sorpresa, ebbi in regalo, cucinato con arte sopraffina, il più straordinario dei polli arrosto, al profumo di rosmarino, timo e salvia, un pollo che mai aveva conosciuto la prigionia della gabbia e l’umiliazione del mangime industriale.
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