La serata tra amici finisce in tribunale: sotto processo da 6 anni per 25 euro

La serata tra amici finisce in tribunale: sotto processo da 6 anni per 25 euro
di Egle Priolo
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Venerdì 29 Marzo 2024, 09:52

PERUGIA - Può una serata tra amici finire in tribunale e pure per anni? Sì, se il dopo ballo prevede la scomparsa dei portafogli di chi si era fidato dei compagni di divertimento. È la storia che arriva dal tribunale di via XX Settembre, dove ieri è andata in scena l'ultima udienza di una vicenda iniziata ben sei anni fa. È novembre del 2018 e in casa di uno di loro c'è un gruppo di ragazzi. Hanno tra i 26 e i 28 anni e stanno passando una serata, anzi un'alba, come tante. Sono in cinque, sono chiusi nella camera da letto del padrone di casa e chiacchierano. Sono rientrati tutti dopo una serata in discoteca. In tre si conoscono da tempo, gli altri due si sono aggregati dopo, facce magari incrociate prima ma decisamente non amici. Parlano di vita, di progetti. Magari anche delle simpatie per qualche amica comune.

Forse stanno anche ascoltando musica o smanettando alla Play. È facile ipotizzare qualche passatempo, perché è davvero una serata normale, di quelle come tante già trascorse insieme. Ma in questa succede qualcosa di davvero strano, perché al risveglio, dopo essere finalmente andato a dormire, il giovane ospite si accorge di qualcosa che non va: in camera non c'è più il suo portafogli. Doloroso, ma impossibile non pensare che a portarlo via sia stata una delle persone che fino alla mattina era stata insieme a lui, appoggiata sul letto o appollaiata sulla scrivania. Scatta la denuncia alla polizia locale di Corciano e del furto vengono accusati in due, un ventiseienne e un ventottenne, finiti quindi sotto processo.
In base alle contestazioni avanzate dalla procura e risultate dalla querela del ragazzo, all'epoca ventiseienne, i due, rimasti soli in camera per pochi istanti, si sarebbero impossessati del portafogli che si trovava sulla scrivania vicino al computer «contenente all'interno la carta di soggiorno, la carta d'identità, il bancomat, la patente e circa 25 euro, al fine di trarne profitto». I due sono proprio i conoscenti che hanno raggiunto i primi tre a casa, che con destrezza – da qui l'aggravante del capo di imputazione – avrebbero preso il portafogli mentre un amico era in un'altra stanza, il secondo si era messo a dormire e il proprietario era andato in salotto a salutare la madre da poco rientrata in casa. Insomma, pochi attimi e la tentazione è più forte del rischio di essere facilmente beccati. Il ragazzo cerca dappertutto ma niente. Allora chiama uno dei due conoscenti che però nega il furto: «Non lo avrei mai fatto». Il giovane organizza anche un incontro chiarificatore con uno dei due presunti ladri, più dei soldi è ovvio gli interessino i documenti con il furto subito in casa che gli brucia parecchio, ma niente. Lui nega ancora, ma dopo inizia a negarsi anche al telefono, anche per un semplice messaggio. Da qui la denuncia, con la vittima costituita parte civile e assistita dall'avvocato Marco Piazzai.
Denuncia che, a fronte di una perdita economica irrisoria, ha portato anche a testimonianze rese e ricerche di immagini per verificare l'identità dei due conoscenti, considerando che uno la vittima lo aveva visto in una scuola calcio frequentata da entrambi, l'altro mai prima di quella serata in discoteca.

E si arriva a sei anni dopo, con un processo davanti al giudice Edoardo Esposito che solo per uno, difeso dall'avvocato Michele Titoli, vedrà presto il finale, considerata la richiesta di un giudizio abbreviato, mentre per il secondo si aspetteranno i tempi ordinari della giustizia. Con il processo rinviato al prossimo 19 aprile e un'amicizia appena iniziata e subito finita.

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