Terni, operaio morto all'Ast, la perizia:
«Scarse misure di prevenzione»

Terni, operaio morto all'Ast, la perizia: «Scarse misure di prevenzione»
di Nicoletta Gigli
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Sabato 17 Febbraio 2018, 18:50 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 10:49
TERNI Una perizia che punta il dito sulla mancanza delle misure di prevenzione che sarebbero state necessarie per impedire l'incidente che ha spezzato la vita di Gianluca Menichino.
E' quella che il ctu, Gian Luca Mannaioli, ha depositato ieri nella cancelleria del gip del tribunale, Simona Tordelli, dopo l'incidente probatorio che si era svolto all'acciaieria a novembre. Una perizia disposta dal giudice per accertare le cause dell'infortunio che ha causato la morte di Menichino, 35 anni, ternano, addetto alla movimentazione della linea a caldo lac2 dell'acciaieria. Deceduto dopo mesi di agonia in vari ospedali della regione.
DOCUMENTO INCOMPLETO
Il ctu rileva «una inerzia nella dinamica di applicazione delle norme sulla sicurezza in quanto, a seguito dei precedenti urti avvenuti nella zona del sinistro, si è proceduto alla riparazione delle strutture senza analizzare le modalità delle rotture e senza proporre delle modifiche alle zone di lavoro o alle procedure operative affinché il fenomeno non si ripetesse. Tale mancanza - si legge nella perizia - è dovuta sia al personale operativo che durante le riunioni di squadra non ha sollevato il problema (almeno nei verbali a nostra disposizione) sia al personale preposto che ha proceduto alla riparazione senza generare una Rca (ricerca delle cause della non conformità) e le relative azioni correttive».
Per il perito scelto dal giudice il «documento di valutazione dei rischi risulta incompleto in quanto mancante di una analisi dei rischi di quella zona, con particolare attenzione alla interferenza in un spazio ristretto di una linea di lavorazione lamiera, di uno spazio di manovra per organi di sollevamento ed una scala di servizio/sicurezza. Nella procedura in analisi, nella colonna provvedimenti, ricorre per 7 volte la frase utilizzare i passaggi pedonali prestabiliti e le scarpe di sicurezza correttamente allacciate».
A parere del ctu «si tratta evidentemente di un errore (copia-incolla) da altre procedure dove poteva essere lasciato senza cambiare il senso e la fattibilità della procedura. In questo caso è evidente che, mentre un esterno che venga accompagnato dentro al reparto PX1 debba passare solo sui percorsi verdi, un operatore carropontista, che deve godere della massima visibilità dei luoghi e della massima distanza di sicurezza dal carico sospeso, debba servirsi di tutte le aree di reparto qualunque sia il colore delle stesse».
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