Perugia 1416, sulle spese
indaga la Corte dei Conti

Un momento dell'edizione 2017 di Perugia 1416
di Luca Benedetti
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Martedì 21 Novembre 2017, 12:50
PERUGIA - Il sospetti del danno erariale, cioè i soldi pubblici buttati dalla finestra, sono raccontati in due pagine aride di numeri in cui la procura regionale della Corte dei Conti chiede conto e ragione delle spese sostenute dall’Associazione Perugia 1416, cioè la mamma della rievocazione storica che ha diviso la città quando la giunta Romizi ha benedetto la creatura dell’assessore alla Cultura Maria Teresa Severini.

Si muove la Corte dei Conti che nei giorni scorsi ha inviato a palazzo dei Priori una richiesta di documentazione. In fono alle due pagine c’è la firma del capo della Procura, Antonio Giuseppone. Il riferimento fatto dalla Procura è chiaro: verifica degli atti adottati per la realizzazione di Perugia 1416 sia per i contributi versati dal Comune sia per il comodato gratuito di palazzo della Penna all’associazione che organizza la manifestazione che a giugno ha infilato la sua seconda edizione.

La Procura regionale della Corte dei Conti ha inviato a palazzo dei Priori una dettagliata richiesta di documentazione. Sono sedici i documenti, tra deliberazioni di giunta e determinazioni dirigenziali che sono state richieste. Compreso l’atto con cui è stato concesso all’associazione lo spazio in comodato d’uso gratuito a Palazzo della Penna. La Procura della Corte dei Conti ha dato trenta giorni di tempo a palazzo dei Priori per rispondere non solo fornendo la documentazione richiesta, ma anche a rispondere con una dettagliata e documentata relazione sulla vicenda.

La nascita e la crescita della manifestazione ha creato non poche polemiche non solo politiche. Ha attacco il Pd, ma ha messo nero su bianco una serie di dubbi il Movimento cinque Stelle. Che ha fatto le pulci ai bilanci, ha esaminatole spese, ha alzato interrogativi proprio sulla vicenda del comodato gratuito dei locali di palazzo Penna.
In particolare il 16 febbraio 2016, all’indomani della costituzione di Perugia 1416, il M5S ne contestava la legittimità sostenendo la creazione di un organismo ad hoc con potenziale «elusione delle norme di legge in materia di gare e affidamenti, mediante l’esternalizzazione delle politiche culturali connesse alla manifestazione». Successivamente con due accessi atti e due interrogazioni urgenti, ha attaccato sul possibile uso improprio delle risorse pubbliche con oltre 300 mila a carico del Comune di Perugia in due anni, di cui 200 mila di contributo all’associazione, «spesi per il tramite di un soggetto fittiziamente privato non tenuto al rispetto delle normative sulla spesa pubblica». Il capogruppo Cristina Rosetti ha anche chiesto conto delle assunzioni/incarichi conferiti in seno all’associazione e perché il Comune ha permesso di stabilire la sede fisica dell’associazione presso Palazzo della Penna da marzo del 2016 e solo il 2 ottobre 2017 fosse stato stipulato un contratto di comodato per 484 euro annui e utenze a carico del Comune.
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