Le licenze erano state rilasciate ad un 35enne e ad un 53enne entrambi consiglieri di una nota società di giochi e scommesse con sede a Faenza che, il 6 ottobre dello scorso anno, era stata colpita da provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla Prefettura di Ravenna.
Inutili i tentativi della società emiliana di impugnare il provvedimento poiché il Consiglio di Stato dapprima respingeva la richiesta di sospensiva cautelare e, successivamente, cassava l’appello proposto sottolineando il fatto che fosse l’interesse pubblico generale a dover prevalere e a non consentire il proseguimento delle attività della società di giochi e scommesse indiziata di collegamenti con ambienti criminosi.
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