Omicidio Meredith, il quarto processo
riparte dal coltello di Raffaele

Omicidio Meredith, il quarto processo riparte dal coltello di Raffaele
di Italo Carmignani Egle Priolo
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Lunedì 30 Settembre 2013, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 16:53
FIRENZE - Ora deciso: s alla testimonianza di Luciano Aviello e s alla nuova perizia sul dna trovato sul coltello. Sono gli unici nuovi accertamenti disposti dalla Corte d'assise d'appello come richiesto dal sostituto procuratore generale Alessandro Crini, che ha contestato le altre richieste presentate dalle difese nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher. Ripartir anche dalla testimonianza di Luciano Aviello. Aviello, il pentito di camorra che aveva accusato il fratello dell'omicidio, infatti potrebbe essere nuovamente ascoltato, dopo la testimonianza fornita durante il procedimento di primo grado, in cui raccontò di sapere dove fosse la vera arma del delitto e per cui venne condannato per calunnia. Altro passaggio potrebbe essere quello di una nuova perizia sulla traccia trovata sul coltello indacato come arma del delitto, come richiesto dall'avvocato Francesco Maresca che assiste la famiglia Kercher, con i colleghi Fabiani e Perna.



Il quarto processo a Raffaele Sollecito e Amanda Knox riparte quindi da Firenze e dalla sentenza della Cassazione che ha annullato l'assoluzione dei due in appello.

Il primo ad arrivare nella maxi aula 32 della Corte d'assise d'appello è il padre di Raffaele, Francesco Sollecito. Ed è il primo a dichiararsi tranquillo dell'esito del nuovo procedimento perché il processo di Appello di Perugia ha già scritto tutto quello che c'era da dire di questo caso. Oltre duecento i giornalisti accreditati provenienti da tutto il mondo, pochissimo il pubblico e per il momento bassa tensione dedicata all'udienza. In aula non ci sono né Amanda nè Raffaele. C'è invece Patrick Lumumba, accusato falsamente da Amanda dell'omicidio.



9.45 - L'udienza è stata aperta dal presidente Alessandro Nencini. Ha chiesto la costituzione di parte civile Patrick Lumumba, dopo che la Cassazione ha chiesto di rivalutare l'aggravante della calunnia ai fini dell'ottenimento dell'impunità da parte di Amanda: d'accordo il procuratore generale Alessandro Crini, mentre si sono opposte le difese di Amanda, con Luciano Ghirga e Luciano Dalla Vedova, e Raffaele, con Giulia Bongiorno.

Il presidente ha anticipato lo svolgimento dell'udienza con le relazioni delle parti anche sulla rinnovazione dell'istruttoria.



10.30 La Corte d'assise d'appello ha rigettato la richiesta di non accoglimento della costituzione di parte civile di Lumumba. Il presidente Nencini ha poi fatto una breve relazione in cui ha ricordato la storia dell'omicidio di Meredith, dalla sentenza di condanna a 26 e 25 anni per Amanda e Raffaele, per omicidio e violenza sessuale, più il furto dei cellulari e la simulazione di reato. Accenno anche alla calunnia ai fini di ottenere l'impunità per Amanda. Nencini ha ricordato anche la condanna a 16 anni per Rudy Hermann Guede, che si è avvalso della facoltà di non rispondere quando è stato chiamato a testimoniare.

Nencini ha ricordato anche la ricostruzione dei giudici di primo grado che hanno spiegato come Meredith sia stata colta da asfissia e abbia subito la rottura dell'osso ioide, più la violenza sessuale. I giudici hanno parlato delle coltellate, date con più coltelli, compreso quello trovato in casa di Raffaele. Coltelli tenuti da "più mani". Dalla condanna, all'assoluzione del 3 ottobre 2011, fino alla decisione della Corte di cassazione che a marzo 2013 ha riaperto il processo a carico di Amanda e Raffaele.



11.20 - Dopo 50 minuti di relazione del presidente Nencini, le relazioni delle parti. Inizia Giulia Bongiorno, avvocato di Raffaele Sollecito. "La difesa non ignora che la Cassazione diede una nuova valutazione. Sia nella memoria presentata a luglio che nelle nuove note, noi ci dichiarano favorevoli a qualsiasi accertamente che la corte vorrà disporre, ma con una precisazione. Chiediamo che in questa fase, che non sia un ping pong, questa corte si concentri solo ed esclusivamente su prove affidabili, lasciando da parte quelle prove molto condizionate dall'essere questo un processo mediatico. Riaprire sì il dibattimento ma senza raccattare le congetture e ricordi inaffidabili. Abbiamo chiesto solo due testimoni e un approfondimento fatto una volta per sempre: quello di natura scientifica sul luogo del delitto. La stanza in cui ci sarebbe stato questo presunto gioco erotico. Noi partiamo dal presupposto che i testi hanno detto che l'assassino lascia sempre, avverbio senza spazi dubitativi, tracce, impronte e dna. Solo le libellule non lasciano tracce. Il punto del processo è questo: nella stanza del delitto ci soo numerosissime tracce solo di due delle presunte quattro persone presenti. Meredith e Rudy, con l'impronta palmare sul sangue sul cuscino, l'impronta di una scarpa e il suo dna sulla vittima. Non c'è una traccia di Amanda Knox o una manata di Raffaele Sollecito. La prima richiesta è questa: l'accusa dice che non ci sono tracce perchè Amanda e Raffaele hanno pulito con i detersivi e la varichina che hanno comprato, ma non esiste pulizia selettiva che lava alcune tracce e altre no. Quindi chiediamo che sia disposto un accertamento diretto a verificare che sia possibile in natura una pulizia selettiva di tracce. O si puliva tutto o non si puliva. Poi, la Cassazione ha bacchettato la perizia che ha escluso la responsabilità di Raffaele, facendo un errore: non si è notato che purtroppo molto prima dell'accesso della polizia scientifica c'erano stati tanti accessi nella stanza. Quindi chiediamo di valutare due verbali di perquisizione. Il reperto del quadrettino con il gancetto, infatti, non è stato ritrovato, dopo 46 giorni, nel luogo dove era stato fotografato dopo l'omicidio. Che genuinità si può avere allora da questo reperto? Queste le due richieste che attengono alla stanza del delitto".

Richieste di ulteriori accertamenti anche da parte dell'avvocato Luca Maori, in particolare sulle macchie di sperma trovate sotto il corpo di Mez e mai valutate. "Accertamento fondamentale - ha detto Maori - in un omicidio di carattere sessuale". Maori ha ricordato le confidenze del pregiudicato Mario Alessi, compagno di cella di Rudy che gli avrebbe raccontato di aver partecipato con un'altra persona al delitto. Persona di cui non ha rivelato il nome.



12.20 - Tocca alla difesa di Amanda Knox. A parlare per primo é Carlo Dalla Vedova che tira in ballo la ragionevole durata del processo per affermare: la Knox non ha garanzie di essere trattata come altri imputati che possono sperare nella prescrizione dei reati. Da qui l'istanza per valutare la legittimità costituzionale di questo quarto processo. Quindi è il turno di Luciano Ghirga, l'altro avvovato di Amanda. Ghirga ha chiesto l'esame del reperto sul coltello, nominato "i", che durante il porcesso d'appello è stato valutato dai periti non idoneo e che invece la Cassazione ha riesumato.



13.10 - Parola al pm Alessandro Crini. "Se tutte le richieste venissero accolte avremmo una complessiva rilettura del processo. Ci sono invece dei paletti che la Cassazione ha posto nel giudizio di rinvio. A partire dal concetto oggettivo della rilevanza. Le richieste di nuove prove testimoniali assolvono il compito di una maggiore chiarezza, ma questo non significa che debbano essere risentiti. C'è da porsi un problema di rilevanza e di qualità, in base anche al dettato della Cassazione. Anche per questo sono contrario al nuovo esame di Rudy. Per quanto riguarda la parte degli elementi scientifici, per tante di queste richieste si tratta di una sollecitazione già svolta in grado di appello che poi trovò già ampio spazio". Il pg ha quindi contestato, minimizzandole, le quindici richieste di ulteriori accertamenti presentate dalle difese, dal sasso che ha rotto la finestra della casa in via della Pergola ai computer sequestrati. "Sul tema genetico - prosegue Crini -, ci sono alcune questioni già sviluppate, riproporne un approfondimento costituisce un rifare una cosa che già c'è".



Insomma, no a tutte le richieste, tranne agli accertamenti sul coltello e sulla nuova testimonianza di Luciano Aviello. Questa la posizione del procuratore, a cui si sono associati gli avvocati di parte civile Maresca e Fabiani, e seguita dalla corte presieduta da Alessandro Nencini dopo poco più di due ore di camera di consiglio.
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