dura: quell'ufficio c'è. “Confermato” dal neo-nominato presidente del Provincia riformata Nando Mismetti.
Ecco il guaio: le Province oggi si ritrovano in mezzo al guado di una riforma fatta a metà. La legge del Delrio, infatti, ha stabilito che i presidenti non sono più eletti ma si nominano tra sindaci. Però ciò di cui si occuperanno le Province, dovranno stabilirlo le Regioni con leggi ad hoc. Per la serie: ci stiamo attrezzando. Una mutazione in atto, insomma. Ma far “mutare” un mammut come la Provincia di Perugia è impresa complicata.
I numeri raccontano di un ente cresciuto fino a 1200 dipendenti, con alcune cifre che fanno davvero impressione. La macchina oggi è organizzata con la bellezza di 22 dirigenti e 118 mini-dirigenti, tecnicamente si chiama posizioni organizzative. Un dirigente costa all'ente circa 25mila euro l'anno, più lo stipendio, più i premi assegnati in base alla produttività. Per uno mini si va dai 6mila ai 10mila, da sommare anche in questo caso a stipendio e premio. Ora, 118 minidirigenti costano (solo per la loro “posizione”) più di 800mila euro l'anno, i 22 dirigenti superano i 400mila euro.
Ma chi sono e cosa fanno? C'è, ad esempio, un ufficio con un dirigente e due mini per le politiche europee e la cooperazione decentrata, un altro per la promozione di eventi e “living lakes”, un altro per “implementare i servizi decentrati”, poi quello all'assistenza tecnologica e un altro che deve promuovere il turismo, lo sport e pure l'agricoltura.
La Provincia di Perugia ha anche un altro record: 110 agenti di polizia locale, contro i 15 dell'ente gemello ternano.
Accanto a queste cifre stanno le storie di 50 precari che lavorano al centro per l'impiego con contratti in scadenza a fine anno. Figli di un dio minore, destinati a provare a sopravvivere tra riforme, contro-riforme e ri-riforme. Secondo l'Upi (l'Unione delle Province) l'ente di Mismetti ha 507 esuberi: da distribuire fra tribunali, Comuni e Regione.
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