SELLANO Il vero boom sarà a Pasquetta, con 90 biglietti già acquistati sul portale turistico dedicato, ma ad appena tre giorni dalla sua apertura, il Ponte Tibetano di Sellano - consacrato come il più alto d’Europa - è subito fenomeno social. Tra Facebook e Instagram, senza trascurare TikTok, nel fine settimana appena trascorso il web è stato subissato di foto, video e selfie estremi, con migliaia di commenti tra chi si prepara a vivere l’esperienza adrenalinica con la testa tra le nuvole e l’occhio vigile rivolto nell’abisso di 175 metri e chi muove le prime critiche, che riguardano perlopiù il costo del biglietto. E per ogni fenomeno social che si rispetti, non potevano mancare i meme. Una carrellata di foto e video divertenti ha ad esempio mandato in visibilio gli utenti facebook del gruppo satirico «Foligno che fiotta», dove il nuovo Ponte - tra salumi della Valnerina appesi lungo i 1.023 gradini e solerti bisonti impiegati come servizio navetta - si rivela anche come comoda scorciatoia per far arrivare il camion della Vus da Sellano alla frazione di Montesanto, prospettando un servizio di raccolta rifiuti più rapido e puntuale. Non manca anche un taglio del nastro speciale, con Barack Obama nelle vesti di sindaco affiancato da George Clooney.
TARIFFE E NOVITÀ
Ma al di là della satira, che alimenta ancora di più la curiosità verso questo nuovo attrattore realizzato con i fondi del Pnrr sisma (1,6 milioni) e a gestione pubblica, i commenti apparsi in questi giorni sui social si concentrano perlopiù sul costo del biglietto.
LE RISERVE
Tra le migliaia di commenti presenti sui social, c’è chi solleva la questione dell’impatto ambientale e si slancia in considerazioni sul presunto spreco di denaro pubblico: «Non sarebbe stato meglio ripararci le buche?». Il canale di finanziamento, superfluo evidenziarlo, è il programma NextAppennino, riservato esclusivamente a progetti di rilancio economico e sociale delle aree colpite dal sisma. E in questo quadro Sellano ha deciso di raccogliere la sfida, puntando su uno sviluppo a lungo termine, finalizzato anche a far rientrare chi, negli anni, ha lasciato il borgo e favorire l’apertura di nuove attività. Come gran parte dei territori montani, del resto, Sellano ha vissuto una preoccupante fase di spopolamento e anche dopo il terremoto del ’97 molti edifici sono stati riparati ma rimasti vuoti. Ora, a quanto pare, si registra una fase di nuovo interesse, tra imprenditori intenzionati a investire e nuovi locali pronti ad aprire e a creare lavoro. «Il panorama si poteva ammirare anche senza il Ponte», osserva un utente. Risponde un abitante del posto: «Lo sappiamo bene: eppure, finora, centinaia di persone al giorno per ammirare il panorama non si erano mai viste. E molti non sapevano neanche dove fosse Sellano».