Terni, Anna perse gambe e braccia per una diagnosi errata: arriva il risarcimento milionario

L’avvocato Erdis Doraci a tre mesi dal suo mandato ottiene il maxi risarcimento dall'azienda ospedaliera e dalla compagnia assicurativa Amtrust

Anna Leonori con Bebe Vio
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 19 Luglio 2023, 23:47 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 08:47

TERNI - «Avere giustizia sembrava impossibile, dopo un calvario infinito non ci speravo più. Ora posso stare serena rispetto a tutte le mie esigenze future, ho una prospettiva di vita dignitosa e nuova che mi permetterà di accedere a tutto quello di cui ho bisogno».

Anna Leonori, la mamma ternana costretta a subire l’amputazione di gambe e braccia per un’infezione legata a interventi seguiti alla diagnosi di un tumore, ottiene finalmente giustizia.

A quasi dieci anni dalla terribile diagnosi, dopo aver vissuto sospesa tra la vita e la morte, per Anna arriva il risarcimento milionario dell’azienda ospedaliera di Terni e della compagnia Amtrust che all’epoca assicurava il “Santa Maria”.

«La causa di Anna era un caso complicatissimo - conferma l’avvocato Erdis Doraci del foro di Roma, legale della mamma ternana. Tre ospedali coinvolti, tanti avvocati di controparte tra compagnia di assicurazione, ospedali, medici e asl, diversi periti di parte per ciascun soggetto responsabile, e cosi via. Come non bastasse - aggiunge Doraci -  il peso di cinque anni di lungaggine senza che ci fosse stata alcuna offerta dei presunti responsabili».

Il calvario inizia nel 2014, quando ad Anna arriva la terribile diagnosi di un tumore maligno che richiede un intervento invasivo.

Rifiuta la chemio e dopo nuovi accertamenti viene operata a Roma, con l’asportazione di utero, ovaie, 40 linfonodi e della vescica, sostituita con una ortotopica. Dall’esame istologico emerge che nelle parti asportate il cancro non c’è. Anna ricomincia la sua vita grazie a quel sorriso che non l’abbandonerà mai, col quale affronta le infezioni, la febbre, i dolori, il buio e la speranza.  

Fino al 7 ottobre 2017, quando viene portata all’ospedale di Terni con dolori atroci. Entra in sala operatoria per una peritonite acuta e finisce in rianimazione.  Dopo un mese e mezzo di coma profondo Anna si riprende, viene trasferita a Cesena e affronta la cruda realtà che impone l’amputazione di gambe e braccia. Poi l’incontro con Bebe Vio che le fa conoscere la clinica di Budrio e le protesi costose acquistate grazie al grande cuore dei ternani. Per avere giustizia e una vita dignitosa l’infinita battaglia legale, chiusa in queste col maxi risarcimento.

Erdis Doraci racconta di aver avuto tantissime difficoltà durante la trattativa, portata avanti per garantire ad Anna una vita il più possibile normale. «Il rischio era perdere il vantaggio di trattare sulle perizie di parte dove si poteva ipotizzare lo scenario che ciascuna delle parti riuscisse a dimostrare con alta probabilità».

Questo rischio è stato scongiurato con trattative estenuanti e tanta attività difensiva portata avanti anche dai periti di parte dell’avvocato Doraci, in contatto con quelli della compagnia Amtrust. «E’ dall’impegno della Amtrust, in particolare del direttore sinistri, Leonardo Martinelli, del responsabile del sinistro, Francesco Graziuso affiancati dall’avvocato fiduciario Antonio Giordano, che è stato possibile limare le divergenze medico legali propiziando la definizione».

Anna ora è serena. «Doraci è un grande professionista ma è prima di tutto una persona di grande valore umano - dice.  Insieme a lui voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto a Terni, dalle associazioni ai privati. Senza di loro forse non sarei arrivata qui».  

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