La Chiesa tedesca benedice la carbon tax chiedendo però l'introduzione di un prezzo socialmente giusto da pagare per l'emissione di di anidride carbonica (CO2). Entro il 2030 le emissioni di CO2 nell'atmosfera dovrebbero essere tassate in modo da spingere i consumatori a modificare i loro comportamenti e i loro stili di vita, spingendoli per esempio ad usare auto elettriche o a privilegiare mezzi di trasporto o di riscaldamento meno nocivi per l'equilibrio ambientale. La Caritas tedesca ha reso nota la sua proposta: di partire da 180 euro per tonnellata di CO2. Il denaro raccolto dovrebbe però essere interamente destinato alla collettività per progetti a favore dell'ambiente e iniziative pro capite per tagli alle bollette. «Stabilire un prezzo per la CO2 socialmente giusto significa garantire un corrispettivo pro capite per il clima» ha detto il presidente della Caritas Peter Neher alla agenzia di stampa Kna.
La Caritas ha anche chiesto un fondo di compensazione per le persone più fragili e povere.
La carbon tax è destinata a salire negli anni successivi. Dal 2026 il prezzo finale di ogni certificato di emissione dovrebbe essere determinato tramite aste, si parla di una forbice tra 55 e 65 euro per tonnellata di CO2. Con gli introiti derivanti dalla carbon tax, il governo tedesco intende ridurre la sovrattassa che pesa sulle bollette elettriche e finanzia lo sviluppo delle energie rinnovabili. Berlino punta così a penalizzare l'uso di carburanti fossili nei settori di trasporti e riscaldamento domestico. Non è escluso che il Papa affronti questo argomento a novembre quando andrà (se tutto sarà confermato dal Vaticano) a Glasgow, in Scozia, a prendere parte ai lavori della Cop26. Per Papa Francesco le entrate derivanti dalla tassazione delle emissioni di CO² potrebbero essere utilizzate per consentire ai più poveri l’accesso ai beni fondamentali.
Questa riforma fiscale potrebbe essere realizzata dai Governi in un coordinamento su scala internazionale. L’introduzione di un costo sulle emissioni di CO² potrebbe essere un valido strumento nella lotta alla povertà, tuttavia il Papa al punto 171 della Laudato Si rifiuta la «compravendita di crediti di emissioni», o quanto meno nutre serie perplessità sull’utilizzo di tale strumento temendo le solite speculazioni che ne annullerebbero l’efficacia.