Il Presidente della Repubblica Mattarella, assieme al segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, al cardinale Matteo Zuppi oltre a a centinaia tra politici, parlamentari, intellettuali, accademici, sindaci, esponenti del terzo settore si riuniranno a Camaldoli il prossimo fine settimana. L'occasione sono gli 80 anni dalla stesura di uno dei documenti più significativi del cattolicesimo sociale italiano del Novecento: il Codice di Camaldoli.
Casini: «Il 25 aprile sia la Festa di tutti, basta ambiguità a destra»
Il 24 luglio 1943 un gruppo di intellettuali – laici e religiosi – cattolici si ritrovò nel monastero benedettino sotto la guida di monsignor Adriano Bernareggi, assistente ecclesiastico dei laureati dell’Azione Cattolica, con l’intento di confrontarsi sul magistero sociale della Chiesa e sui problemi della società, sui rapporti tra individuo e stato, tra bene comune e libertà individuale.
Il progetto era quello di elaborare un testo di cultura sociale che aggiornasse il Codice di Malines, praticamente il primo tentativo di dottrina sociale cattolica fatto dall’Unione internazionale di studi sociali, in Belgio, a partire appunto dai contributi di Giorgio La Pira.
Pd, dopo l'uscita di Borghi torna l'ombra scissione? I malumori nell'area cattolica
La riunione a Camaldoli per l'evento celebrativo del codice fa seguito alla recente riflessione promossa da Beppe Fioroni sull'impegno pubblico dei cattolici, nell'ambito del convegno organizzato dall'associazione 'Tempi nuovi - popolari uniti' e da Beppe Fioroni, il primo dei fuoriusciti dal Partito democratico dopo la vittoria di Elly Schlein alle primarie del 26 febbraio, con il compito principale di capire come i cattolici possono inserirsi nel mondo politico attuale, ma anche per studiare il rapporto tra cristianesimo e modernità e su come la fede possa influenzare positivamente le politiche pubbliche, offrendo un quadro di riferimento etico solido e una prospettiva umanistica.