Nuovo scontro diplomatico tra Vaticano e Israele. «Deplorevoli le frasi del cardinale Parolin»

Nuovo scontro diplomatico tra Vaticano e Israele. «Deplorevoli le frasi del cardinale Parolin»
di Franca Giansoldati
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 17:46

E' l'ennesimo scontro tra Israele e Vaticano. I rapporti non sono mai stati tanto tesi e difficili. Le frasi del cardinale Pietro Parolin sulla guerra a Gaza pronunciate ieri («Siamo tutti sdegnati per quello che sta succedendo, per questa carneficina») hanno suscitato la reazione dell'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Raphael Schultz che definisce quella dichiarazione semplicemente «deplorevole. Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e i dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate». In una nota ufficiale viene rilevato che non può essere sufficiente condannare il massacro genocida del 7 ottobre – come ha fatto il segretario di Stato vaticano ieri - e poi «puntare il dito contro Israele riferendosi al suo diritto ad esistere e all'autodifesa come un semplice atto dovuto e non considerare il quadro generale». 

Cardinale Parolin: «Vaticano contro gli atti antisemiti del 7/10 ma siamo sdegnati dalla carneficina a Gaza»

L'ambasciatore ha ricordato che Gaza è stata trasformata da Hamas nella «più grande base terroristica mai vista.

Non ce quasi nessuna infrastruttura civile che non sia stata utilizzata da Hamas per i suoi piani criminali inclusi ospedali, scuole, luoghi di culto». Inoltre aggiunge il diplomatico gran parte della popolazione civile ha «attivamente sostenuto i terroristi. I civili hanno anche partecipato attivamente all'invasione non provocata del 7 ottobre nel territorio israeliano uccidendo, violentando e prendendo civili in ostaggio. Questi atti sono definiti crimini di guerra in netto contrasto le operazione dell'esercito israeliano che si svolgono nel pieno rispetto del diritto internazionale».

Il Papa invia agli israeliani una lettera: «Siete nel mio cuore al pari dei palestinesi, serve la pace, antisemitismo peccato contro Dio»

Secondo i dati disponibili, riferisce Israele, per ogni militante di Hamas ucciso hanno perso la vita tre civili. «Tutte le vittime civili sono da piangere ma nelle guerre e nelle operazioni passate delle forze Nato o delle forze occidentali in Siria, Iraq o Afghanistan la proporzione era di 9 o 10 civili per ogni terrorista. Quindi la percentuale del'Idf nel tentativo di evitare la morte dei civili è di circa 3 volte superiore, nonstante il campo di battaglia a Gaza sia molto più complicato».

Operazione a Rafah, anche Cina e Russia isolano Netanyahu. «Indagine Usa sui crimini»

Poi è arrivata una nuova stoccata al Vaticano: «Qualsiasi osservatore obiettivo non può non giungere alla conclusione che la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza sia di Hamas e solo di Hamas. Questo viene dimenticato troppo spesso e troppo facilmente». 

I cristiani crollano in Palestina (per effetto del radicalismo islamico) ma crescono in Israele, i dati dell'Istituto di Statistica

A difesa delle posizioni del Vaticano e della linea del Papa si è fatta sentire la voce di Vatican News. «Per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime. Nessuno può definire quanto sta accadendo nella Striscia un danno collaterale della lotta al terrorismo. Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina».

All'Angelus dello scorso 17 dicembre, dopo l'uccisione di due donne cristiane rifugiatesi nella parrocchia di Gaza, Papa Francesco aveva detto: “Civili inermi sono oggetto di bombardamenti e spari... Qualcuno dice: È il terrorismo, è la guerra. Sì, è la guerra, è il terrorismo. Per questo la Scrittura afferma che Dio fa cessare le guerre, rompe gli archi e spezza le lance. All'inizio della Quaresima, mentre continua il macabro conteggio delle vittime innocenti, questo richiamo si fa ancora più insistente, per invocare che tacciano le armi prima che sia troppo tardi per il nostro mondo sull'orlo dell'abisso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA