"La verità è che almeno il 40% del parco mezzi circolante nel Viterbese è composto da Euro 1, Euro 2 ed Euro 3”. Vecchie auto, decisamente più inquinanti dei modelli più recenti, immatricolate anche 20 anni fa ma che le famiglie della Tuscia si tengono ben strette: i costi sempre più alti di una nuova, in una stagione di inflazione galoppante che ha eroso gli stipendi, frenano la ripartenza del mercato. È l’analisi che Sandro Zucchi, presidente dell’Aci di Viterbo, elabora a partire dai dati Auto-Trend. “Perché i numeri vanno contestualizzati e interpretati, altrimenti restituiscono un quadro falsato”, sottolinea.
Guardando le statistiche, il mercato sembra in ripresa. A novembre 2023, ultimo mese rilevato, le prime iscrizioni in provincia sono state 458, i passaggi di proprietà 1.577 e le radiazioni 580. Nello stesso mese di un anno fa, i numeri erano tutti più bassi, ovvero rispettivamente 348, 1.339 e 458. Stesso quadro se il lasso di tempo preso in considerazione è più lungo. Tra gennaio e dicembre 2022 si sono registrate 4.394 nuove immatricolazioni, 16.495 passaggi di proprietà e 5.960 rottamazioni. Sebbene il dato di dicembre non sia ancora computabile, i primi undici mesi dell’anno in corso fanno ben sperare per un risultato migliore: tra gennaio e novembre 2023, i numeri si attestano rispettivamente a 4.339, 16.673 (quindi i passaggi di proprietà già superano l’anno precedente) e 5.960.
Ma attenzione, Zucchi ricorda che il miglioramento è legato alla maggiore disponibilità di prodotto nelle reti di vendita e alla corsa dei costruttori a smaltire il forte arretrato di ordini.
Zucchi va anche oltre, analizzando i gusti dei viterbesi in materia di quattro ruote. “L’elettrico? Un flop. All’inizio le vendite sono andate benino ma piano piano si stanno attestando su valori medio-bassi. Il motivo? Le auto elettriche costano parecchio e hanno poca autonomia”. Per Zucchi “il futuro sta nell’ibrido alimentato da biocarburanti”. La macchina più venduta in provincia? “È la Fiat Panda. Ce l’ho anche io”, dichiara. Infine, un passaggio sull’usato: “I costi sono altissimi perché alta è la domanda. Costando molto il nuovo, sommato ai ritardi nelle consegne, molti optano per una macchina di seconda mano. E questo fa lievitare i prezzi”, conclude.