La riqualificazione dello stadio Rocchi, legata a doppio filo con i fondi del Pnrr, entra prepotentemente nella sfida tra Piero Camilli, ad un passo dal diventare nuovo proprietario della Polisportiva Favl Cimini e Marco Arturo Romano, attuale presidente della Viterbese. La questione è nota ormai da giorni: Camilli ha perfezionato l’acquisto della Polisportiva, club che milita in Eccellenza, con il chiaro intento di portarla a giocare nell’impianto di via della Palazzina per farla diventare nel prossimo futuro nuovamente Viterbese.
La convenzione per l’affidamento in gestione dello stadio Rocchi scade a fine agosto e la palla, e proprio il caso di dirlo, è nelle mani della sindaca Chiara Frontini, che in questi giorni sta lavorando al dossier con l’aiuto di diversi tecnici e legali. Sul piatto, come specificato in un comunicato stampa della Viterbese domenica scorsa, c’è la questione Pnnr. Il progetto del nuovo Rocchi, da finanziare per la parte del Comune attraverso i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per quella della Viterbese attingendo ai fondi del credito sportivo, potrebbe segnare un punto a favore di Romano.
Nel febbraio del 2021 infatti, l’attuale proprietario del club gialloblù firmò un pre-contratto, a seguito di un bando pubblico sulla qualità dell’abitare al quale partecipò soltanto lui, che consente alla Viterbese di gestire la struttura sportiva fino al 2025/26 e nel caso in cui dovessero essere completati i lavori di ristrutturazione dell’impianto fino alla stagione 2035/36.
Ovviamente l’accordo vincolava e vincola tuttora la Viterbese al rispetto delle scadenze economiche, che in soldoni si traducono nella cifra di 1,6 euro che è di pertinenza della società per il completamento del progetto di ristrutturazione dello stadio.
Camilli che procederà comunque con la nuova avventura cimina forte del fatto che, nel caso in cui non dovesse ottenere la gestione dello stadio Rocchi, potrebbe tranquillamente giocare le partite di campionato a Vignanello in attesa degli eventi.