Campo sportivo al Merlano: il Comune pronto a dire no alla parrocchia

Il onsiglio comunale
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 20 Aprile 2017, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 12:10
Qualche punto approvato senza colpo ferire, poi tutti a casa. Il consiglio comunale ieri pomeriggio è durato un'ora: causa dello sciogliete le righe stavolta non è stata la mancanza del numero legale, ma delle pratiche propedeutiche al bilancio. Niente piani operativi di Cev e Francigena, né programma degli incarichi professionali. Una seduta ne non inutile, poco produttiva. E oggi si fa il bis, sulla road map che porta all'approvazione del bilancio a maggio, dopo le primarie del Pd.

Mentre in mattinata invece in commissione ha avuto il via libera la delibera con il piano delle alienazioni e quello delle valorizzazioni, su cui qualcosa è cambiato. Compreso il terreno dove dovrebbe sorgere il campo della parrocchia "Don Alceste Grandori", sempre più a rischio. Sulla Volpara la maggioranza ha risolto così: i 36 ettari diventano commerciali ma non potranno ospitare la grande distribuzione. Più animata la discussione su un altro terreno, quelloi del Merlano, su cui insiste il progetto di don Pino Curre. Uno stadio da 1,7 milioni che non possono essere i privati a realizzare, secondo la maggioranza. Però adesso non figura più nel piano delle alienazioni: è passato in quello delle valorizzazioni, su proposta del dem Francesco Serra.

«Noi – dice Gianmaria Santucci, FondAzione – abbiamo chiesto di inserire anche il cambio di destinazione d’uso, per fare impianti sportivi. Non hanno accettato. Il terreno quindi non si vende più ma praticamente non lo vogliono dare a don Pino». Perché, secondo Arduino Troili, la cosa «puzza». Da qui l'ira di Giulio Marini: «Su cosa si basa Troili per dire una cosa del genere? Si scandalizzano per il terreno a don Pino ma tempo fa non si sono fatti scrupoli a togliere il campetto al Murialdo per farci fare palazzine». Prima del voto Marini è uscito e la pratica è stata approvata per un pelo, con l'astensione di Marco Volpi (Pd) e Maria Rita De Alexandris (Viva Viterbo). E oggi se ne discute in consiglio.
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