Centinaia di fiaccole per le vie di Viterbo per ricordare Borsellino: «Paolo vive»

La fiaccolata a Viterbo
di Andrea Arena
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Mercoledì 19 Luglio 2017, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 11:49

C'è un silenzio terribile, che è il silenzio d'omertà. Questo invece è un silenzio bellissimo, che quasi si può toccare: è il silenzio di centinaia di viterbesi – giovani e vecchi, famiglie coi bambini, ragazzotti che non erano ancora nati in quella maledetta primavera-estate del 1992 – che sfilano per via Marconi. E che poi salgono su e passano tra le vetrine dei negozi chiusi e ancora fino a piazza del Comune, e dentro le stradine strette del quartiere monumentale fino a piazza San Lorenzo. “Paolo vive”, c'è scritto sullo striscione che apre questo corteo silenzioso e infuocato da centinaia di fiaccole.

E Paolo è Paolo Borsellino, il magistrato siciliano ucciso oggi, venticinque anni fa. I bambini tengono la scritta, e dietro ci sono i sindaci con le fasce tricolori e dietro ancora la gente comune. Poi, i ragazzi della comunità Mondo Nuovo, con un altro striscione che ritrae Borsellino insieme al fratello di toga e di battaglie, Giovanni Falcone: “Le loro idee camminano ancora sulle nostre gambe”, dove quell'”ancora” forse è pure pleonastico.

Hanno pure le bandiere, e sono le uniche bandiere che sventolano in questa sera tenera di mezza estate. Altri vessilli non si vedono, perché questo era un appuntamento apolitico, senza simboli, con l'intenzione di unire nel ricordo di chi ha dato la vita per lo Stato. Aperto a tutti, anche nel manifesto d'invito. Eppure tra le facce di piazza del Teatro, alla partenza, si scorgono tanti volti noti del centrodestra (a partire da Fratelli d'Italia, che ogni anno commemora l'anniversario), ma anche civici come Viva Viterbo e FondAzione. Amministratori o esponenti di centrosinistra? Non pervenuti. Avranno ricordato Borsellino per conto loro, d'accordo, non c'è motivo per dubitarne. Anzi, c'è da augurarselo: per loro.

E pensare che a Viterbo ci sarebbe pure una via dedicata ai due giudici, è quella del tribunale, al Riello. In mattinata, una mano anonima aveva appeso una bandiera tricolore al palo della targa della strada. Perché finché si ricorda si rispetta.

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