Fascisti e antifascisti insieme in corteo contro la violenza? Casapound valuta: «Non ci vogliono»

Il manifesto per la manifestazione di sabato prossimo
di Massimo Chiaravalli
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Lunedì 27 Febbraio 2017, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 11:50

Potrebbero essere tutti nella stessa piazza a manifestare contro la violenza, sabato 4 marzo. Fascisti e antifascisti. Dopo la pregiudiziale posta dai comuni di Vignanello, Vallerano e Canepina - «Scendiamo in piazza per ribadire con forza che la Costituzione nasce antifascista» - Casapound sta valutando se presentarsi o meno. «Al momento siamo per andare, ma riflettiamo. Ma per noi è inaccettabile: significa che non abbiamo diritto a dire no alla violenza?», chiede il responsabile provinciale, Alessandro Mereu.

Dopo il pestaggio ai danni di Paolo e l’ordigno nella sede di Casapound Cimini, i tre comuni hanno dato appuntamento a sabato. «Ci saremo, affinché non si trasformi nell’ennesima pagliacciata antifascista», aveva assicurato l’associazione politica. E invece poi l’antifascismo è diventato fondamento della manifestazione. «Una iniziativa che doveva essere di condanna alla violenza generica – dice Mereu - dopo il nostro comunicato si è trasformata in una di condanna a senso unico. Valuteremo fino all’ultimo se è il caso o meno di partecipare come fascisti ma contro la violenza, ovviamente. Perché anche noi lo siamo. Perché quella pregiudiziale? Non ci vogliono».

Nel frattempo sono piovuti interventi di condanna. A cominciare dall’Anpi. «Le violenze su un ragazzo indifeso che trascorre in allegria il fine settimana, da parte di un branco selvaggio motivato da quella ideologia dell’odio che si chiama fascismo, non può che suscitare sdegno e ripugnanza in ogni persona che si ispiri ai valori della pacifica convivenza». E poi Prc-Se: «Ricorrere ad espressioni ipocritamente equidistanti, come “opposti estremismi”, finisce per confondere chi ha subito violenza con chi se ne è reso responsabile, alterando colpevolmente la verità dei fatti e inquinando l’informazione pubblica». Ancora l’Arci: «Contro la violenza fascista non ci possono essere indugi o disattenzioni. Le istituzioni dovrebbero distinguere».

Infine, l’associazione La Poderosa: «Nel 2015 è stato coinvolto un ragazzo di Vasanello e altri episodi sono avvenuti nel nostro paese, magari di minore entità, ma con una frequenza e una ripetitività che dovrebbe far riflettere. Invece l’amministrazione non li ha neanche condannati».

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