Viterbo, la Ferrero tira la volata alle nocciole “Made in Tuscia”

Viterbo, la Ferrero tira la volata alle nocciole “Made in Tuscia”
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 28 Maggio 2017, 16:07 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 11:43
«La Ferrero è molto interessata al nostro prodotto ed è pronta ad acquistarne sempre maggiori quantitativi». Nocciole: si punta all'espansione, come rivela il presidente della Coldiretti, Mauro Pacifici. La coltivazione tocca 30 comuni - mezza Tuscia e coinvolge 8 mila famiglie. Su 72 mila ettari in Italia, quasi il 30 per cento si trova qui. E si può crescere, perché «il mercato è in forte espansione».

È emerso all'assemblea della Coldiretti a Caprarola. Parola d'ordine: investire per avviare nuovi impianti, ma con cautela e prudenza, per non deprezzare il valore della produzione. «I noccioleti - ha detto il direttore della Coldiretti, Alberto Frau - coprono 22 mila ettari, ma potremmo programmare una espansione su altri 10 mila. Le prospettive di mercato sono incoraggianti». All'incontro erano presenti oltre 300 produttori, ovvero «un fatturato di svariati milioni di euro», ha scherzato Pacifici. C'era anche l'Arsial: secondo l'amministratore Antonio Rosati, bisogna investire riuscendo a «tenere alto il prezzo e a tutelare il valore dell'italianità del prodotto, che fa la differenza rispetto a quello estero».

Ma quanto costano le nocciole? Tonda gentile romana e tonda di Giffoni sui 250 euro a quintale, più del doppio rispetto a dieci anni fa, seppure in calo negli ultimi due. Capitolo Turchia: per Stefano Leporati, area economica della Coldiretti nazionale, la differenza con il loro prodotto è notevole. «Presenta spesso problemi di sicurezza alimentare, come testimoniano le analisi che registrano presenza di aflatossine, potenzialmente cancerogene».

L'assessore regionale all'agricoltura, Carlo Hausmann, ha invitato a sfruttare al meglio la Dop. Anche perché la Ferrero, intervenuta al convegno, si è detta pronta ad acquistare sempre maggiori quantitativi di prodotto. E Aldo Mattia, direttore regionale della Coldiretti, li ha esortati a investire senza timori. «Ma è essenziale una programmazione produttiva - ha concluso David Granieri, presidente Coldiretti Lazio - che parta da contratti di conferimento di prospettiva. Dobbiamo avere la certezza che da qui ai prossimi 15 anni le nostre nocciole verranno sempre e comunque commercializzate».

Infine, l'Università della Tuscia ha illustrato le nuove tecniche di meccanizzazione e gestione dei noccioleti finalizzate a ridurre i trattamenti sanitari.
 
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