Su ventisei edizioni del campionato di Eccellenza le formazioni viterbesi hanno primeggiato in sei occasioni con l’ultimo successo arrivato per mano del Monterosi lo scorso anno. Tante le favole da raccontare, con i tempi d’oro della Fortitudo Nepi e del duello Castrense-Civita Castellana; gli anni in cui la Sorianese volava in serie D e il Bassano Romano di Paolo Tagliolini trionfava con Claudio Fazzini in panchina. I tempi d’oro sono andati via via scemando e dai lustri in cui il calcio viterbese dettava legge con sei club a rappresentarlo in giro per il Lazio, si è passati ad una moria di rappresentati: con l’ultima e concreta speranza che si chiama Monti Cimini, chiamata a non cancellare una tradizione radicata. “Partiamo dal presupposto che secondo me il calcio viterbese rispetto ad altre province gode di ottima salute – spiega il Delegato Coni e consigliere regionale della Figc Renzo Lucarini – abbiamo un club in Lega Pro, due rappresentati in D e diverse squadre di Promozione. Detto questo è innegabile che anche nella Tuscia si sentano gli effetti della crisi di questi anni: io non ho particolari ricette o consigli se non quello che vado propinando da qualche anno: puntare sui giovani e sui settori giovanili in generale”.
Il progetto e le indicazioni di Lucarini le persegue da anni il Montefiascone, che dopo cinque anni di Eccellenza, ha salutato la compagnia ma non si è trovato in difficoltà grazie alla consistenza di un settore giovanile coltivato da anni. “Un’Eccellenza senza viterbesi sarebbe uno smacco per la nostra provincia – non nasconde l’amarezza il presidente del Montefiascone Lorenzo Minciotti – quello del massimo torneo regionale è stato sempre un po’ il giardino del nostro pallone e speriamo che la Monti Cimini salga per rappresentare tutta la Tuscia. Il discorso però – prosegue Minciotti – è più ampio: molti club ancora non hanno capito che il futuro sono i giovani: noi l’Eccellenza l’abbiamo vissuta per cinque anni ma quando siamo retrocessi avevamo alle nostre spalle un progetto che ci ha garantito di non chiudere bottega”.
Anche gli allenatori hanno assistito in queste ultime stagioni all’affievolirsi della spinta propulsiva dei programmi calcistici nostrani e spesso se ne vanno fuori provincia per trovare porti più o meno sicuri. “Diciamo che nel Viterbese ci sono alcune eccellenza calcistiche ed altre realtà dove si fatica a portare avanti progetti solidi – spiega il neo tecnico del Crecas e viterbese doc Marco Scorsini – spesso si inizia un percorso che poi diventa impossibile da sviluppare. Secondo me questa fase potrebbe rappresentare anche una possibilità: le società che saranno costrette a ripartire da zero potranno imparare dagli errori del passato per ripartire".
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