Viterbo, piazza Mario Fani: quegli uffici pubblici che ancora non sanno come si espongono le bandiere

L'ufficio del centro provinciale dell'istruzione adulti in piazza Fani
di Andrea Arena
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Mercoledì 19 Aprile 2017, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 18:52
Disposizione delle bandiere negli uffici pubblici: questa sconosciuta. Nonostante sia regolata in termini precisi da un decreto del presidente della Repubblica dal 7 aprile del 2000, alcune sedi statali mostrano ancora una certa difficoltà ad applicare le disposizioni generali. E preferiscono esporre i vessilli un po' come pare a loro. Tanto, sono sempre pezzi di stoffa, no?

E' il caso del Cpia, il centro provinciale per l'istruzione degli adulti, un ufficio del ministero dell'Istruzione, università e ricerca – dunque diretta emanazione di un dicastero statale – che da qualche tempo si è trasferito dalla vecchia sede di via del Paradiso a un edificio in piazza Mario Fani, numero 6, affaccio su via Saffi, giusto di fronte alla sede della Provincia. Ora, il Cpia gestisce i fondi europei per il Pon, “il piano operativo nazionale per la scuola, competenze ambienti per all'apprendimento”, come c'è scritto sulla targa affissa all'esterno e piuttosto difficile da decifrare per chi non abbia un master in economia o, in alternativa una certa passione per l'enigmistica. Ma immaginiamo che chi si deve rivolgere al Cpia sappia cosa sia: se il cittadino comune lo ignora, poco importa.

Comunque. In questi locali giusto accanto alla chiesa ora in uso alla comunità ortodossa, nel recente passato, c'erano anche degli uffici dell'amministrazione provinciale e ancora prima la Questura: sul grande portone in legno ancora si può leggere la targa in ottone che indica l'assessorato provinciale alla Cultura (al primo piano) e quello all'Ambiente (al secondo). La stessa Provincia ha sbandierato – è il caso di dirlo – “la riconsegna degli storici locali” alla città con entusiastica soddisfazione qualche settimana fa.

La targa del Cpia, benché criptica, è nuova di pacca, così come sembrano fresche di stampa le bandiere dell'Europa e dell'Italia esposte sulla via. Peccato che siano messe in modo sbagliato. Quella dell'Europa è a sinistra (a destra per chi guarda da fuori), il tricolore a destra (a sinistra per chi guarda). Esattamente all'opposto di quanto previsto dal decreto del Quirinale di cui sopra. Che invece prevede che l'Italia sia sempre posta a destra (a sinistra per chi guarda, nella cosiddetta posizione d'onore) e l'Europa a sinistra a destra per chi guarda). Il tutto è ben spiegato anche sul sito ufficiale della presidenza del Governo, insieme al cerimoniale di Stato.

Diverso il discorso quando le bandiere esposte sono tre: non è questo il caso, ma basta guardare di fronte, sulla faccia di palazzo Gentili, per avere un esempio. Qui i pennoni sono tre, e recano l'ordine giusto previsto in questa circostanza: bandiera europea, bandiera italiana al centro, e bandiera provinciale.

Insomma, a via Saffi conoscono bene la normativa, o almeno l'hanno letta e applicata. A piazza Mario Fani, cinque metri più in là, hanno invece le idee molto più confuse. Ufficio che vai, usanze – e bandiere – che trovi.
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