Il piano di Poste, ufficializzato con un avviso che dall'inizio della settimana campeggia in decine di uffici del Viterbese, prevede tra febbraio e aprile l'entrata in vigore del recapito un giorno sì e un giorno no, urgenze comprese. Rivoluzione che nella Tuscia riguarderà 62 comuni su 60.
Nel testo dell'interrogazione Terrosi chiede al Governo di "garantire la permanenza in piena attività, comprensiva del servizio di sportello e di recapito giornaliero della corrispondenza, proprio in quei comuni in cui gli stessi uffici rappresentano un presidio territoriale strategico e offrono il servizio ad una popolazione sempre più anziana". La parlamentare dem agita lo spettro delle possibili sanzioni dall'Ue all'Italia perchè "il piano di ristrutturazione di Poste Italiane appare palesemente in contrasto con la direttiva comunitaria, in particolare laddove la stessa prescrive che il servizio deve almeno garantire consegna e ritiro della corrispondenza per cinque giorni a settimana per tutti i cittadini dell'Unione".
Netta la contrarietà anche di Mazzola: "Sono convinto che tale operazione creerà soltanto difficoltà. La consegna della posta – conclude - è un servizio da sempre molto caro ai cittadini e la nuova riorganizzazione porterà sicuramente disagi nonché ripercussioni a livello occupazionale. La scelta di rivedere la corrispondenza è incompresibile".
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