I motivi? “Vogliamo – spiegano Donatella Ayala della Filcams Cgil e Elvira Fatiganti della UilTucs - risposte concrete sul rispetto dell'accordo del 9 maggio che è stato disatteso dopo soltanto un mese dalla presentazione al Ministero del Lavoro. In base a quell’intesa, avevamo ottenuto gli ammortizzatori sociali per tamponare gli esuberi. Invece, si procede con terziarizzazioni di servizi come quello della pescheria che provocano un aumento degli esuberi, si va avanti con cessioni, procedure di mobilità, mancato confronto e mancata applicazione degli ammortizzatori”.
Le segretarie continuano: “Intendiamo ottenere risposte chiare e precise su quali siano i progetti della cooperativa e se il piano industriale sarà in grado di tutelare l’identità che caratterizza UniCoop Tirreno sin dalle sue origini. Al momento – concludono – è in discussione il futuro stesso dell’azienda, visto che al tavolo nazionale è stato confermato che i conti non sono ancora in ordine. Non vogliamo che altri lavoratori, dopo quelli di Terracina dove il punto vendita oggi chiude, facciano le spese di scelte gestionali sbagliate". Il 13 dicembre anche i dipendenti viterbesi saranno a protestare a Roma sotto la sede di LegaCoop.
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