Viterbo, furbetti del cartellino all'Asl: due licenziamenti e sei sospensioni dallo stipendio

Viterbo, furbetti del cartellino all'Asl: due licenziamenti e sei sospensioni dallo stipendio
di Federica Lupino
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Domenica 28 Maggio 2017, 16:36
Inchiesta Asl, conclusi i procedimenti disciplinari ai carico dei furbetti del cartellino a Viterbo. Con i due nuovi licenziamenti e le sei sospensioni non retribuite dal lavoro (un solo dipendente è stato riconosciuto non punibile), si chiude il lavoro dell'ufficio che da fine gennaio quando il caso è esploso ha vagliato le singole posizione dei 23 indagati per assenteismo e truffa, sulla base della documentazione che la Procura della Repubblica ha inviato. Il risultato di questa maxi inchiesta è che «questa azienda si trova in grande difficoltà nell'assicurare i Lea (livelli essenziali di assistenza, ndc) nel servizio immunotrasfusionale», pertanto ha indetto un avviso pubblico per il conferimento di due incarichi a tempo determinato, «scongiurando in questo modo l'interruzione di pubblico servizio».

Tutti gli indagati, medici e infermieri della Medicina trasfusionale, sono stati chiamati a difendersi rispetto agli addebiti formulati dalla pm Paola Conti. Nelle scorse settimane, altri due licenziamenti in tronco: la dirigente Tiziana Riscaldati, rea di non aver controllato i propri sottoposti, e l'infermiera Stefania Gemini. Per altri otto tra medici e infermieri il 14 aprile era state decise altrettante sospensioni temporanee dal servizio senza retribuzione. Insomma, la direttrice generale Daniela Donetti all'indomani dello scoppio dello scandalo aveva promesso il pugno duro, e così è stato.

Le due dottoresse questa volta destinatarie della risoluzione del contratto dal momento della notifica sono Laura Taschini e Maria Rita Guitarrini. Nei provvedimenti stabiliti dalla presidente dell'ufficio, Annunziata Minopoli, si legge che la Taschini è provato dalla documentazione agli atti che avrebbe alterato il badge di un'altra dottoressa per complessive tre giornate, ovvero tre timbrature sia in entrata sia in uscita e avrebbe alterato il proprio badge dato in uso ai fini della timbratura a una collega per 15 giornate, ovvero 19 timbrature, rendendo di fatto impossibile per l'azienda verificare che in quei giorni lei e la collega fossero effettivamente al lavoro.

La Guitarrini, invece, avrebbe alterato il badge di una signora per 9 giornate e 13 timbrature, quello di una dottoressa per 20 giornate e altrettante timbrature e anche il proprio dato ad altri che avrebbero timbrato al suo posto per 4 giornate. Quindi, il rapporto di lavoro è risolto per inadempimento contrattale essenziale per violazione grave. E Minopoli sottolinea come «anche l'eventuale mancanza di obbligo di uso del badge non consente al contraente, ove adotti tale sistema, un uso alterato».
L'azienda ha inoltre deciso la sospensione dal servizio, senza retribuzione per un periodo che varia in base alla gravità degli addebiti tra 30 giorni e un semestre, per altri sei degli indagati a seguito delle indagini della Guardia di Finanza: Renato Mastrocola per 6 mesi; Gaetana Benedetti, Teresa De Siena, Raffaele Pellecchia e Francesco Caprini per 3 mesi; Ivrio Belano per un mese. Non punibile, invece, Umberto Benedetti.
 
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