È finito in ospedale Alessandro, lo studente 17enne del liceo Ruffini di Viterbo, bloccato a Malta durante il viaggio-studio perché positivo al Covid-19. A chiamare l’ambulanza nel pomeriggio sono stati gli addetti del Saint George’s Partk Hotel, la struttura dove è segregato ormai da diversi giorni, preoccupati per le sue condizioni di salute.
Malta, studenti viterbesi positivi bloccati sull'isola. Una madre: «Mio figlio sta male, aiutateci»
Il ragazzo accusa vomito e diarrea da venerdì sera: visibilmente disidratato, ora è affidato alle cure del locale ospedale. “Almeno sarà visitato”, lamenta la madre, Giulia Rapino, che ha denunciato come dalla scoperta della positività nessun medico sia andato a trovare Alessandro, né gli altri tre ragazzi reclusi con lui nella struttura (altri due del Ruffini, il terzo del Santa Rosa).
“Lo stanno sottoponendo a diversi accertamenti e subito gli hanno attaccato una flebo. Sono preoccupata ma spero che i sanitari se ne prendano cura a dovere”, continua la madre. A darle informazioni è rimasta solo una tutor dell’Accademia britannica, il tour operator a cui si è appoggiata l’Inps per organizzare il soggiorno-studio. Gli altri tre studenti stanno invece bene, seppur uno di loro nei giorni scorsi abbia avuto febbre a 39 e mezzo per 48 ore.
Intanto, anche dietro interessamento di un parlamentare viterbese informato dei fatti, la Farnesina sta lavorando per organizzare un volo charter che riporti a casa gli italiani (in totale, i minori in isolamento sull'isola sono 160, mentre il totale dei connazionali intrappolati è di circa 300).
Il tampone molecolare previsto per ieri sui ragazzi è stato invece annullato. In questo modo, la quarantena per loro finirà il 31 luglio (altrimenti, i 14 giorni sarebbero scattati non più dall’antigenico che la scorsa settimana ne ha rivelato il contagio, bensì dal successivo test).
“Ma la confusione è davvero tanta. Nella mail che finalmente le autorità maltesi ci hanno inviato – racconta Rapino – viene indicata come data di inizio della misura il 16 luglio, quando invece mio figlio e gli altri l’antigenico lo hanno fatto il 14. Magari per loro due giorni in più non sono nulla, ma per i nostri ragazzi significa prolungare la reclusione di 48 ore. Speriamo che la Farnesina riesca davvero a riportarceli a casa prima della fine del mese”, conclude la madre di Alessandro.