Dà da mangiare agli orfani dell'orsa Amarena: la denuncia del Parco

Uno degli orsi di mamma Amarena
di Sonia Paglia
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Sabato 4 Maggio 2024, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 11:03

«Azioni sconsiderate e clandestine che poco hanno a che fare con il rispetto della legge». Lo afferma in una nota il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise, dopo aver appreso, nei giorni scorsi, di un cittadino che, a dicembre 2023, avrebbe fornito cibo, «a suo dire “naturale”», ai due cuccioli di Amarena, l'orsa uccisa a fucilare da un macellaio la scorsa estate a fucilate a San Benedetto dei Marsi, per la provincia dell'Aquila.

Il Pnalm, parlando di «perplessità normative, procedurali e di opportunità», annuncia di aver «chiesto alle autorità competenti di fare chiarezza» sull'accaduto. «Se il Parco ha deciso di non procedere con il “supplemental feeding” lo ha fatto sulla base di confronti e ricerche scientifiche», viene sottolineato dal Pnalm, che esclude l'ipotesi di orsi denutriti: «Le carenze alimentari, ormai insinuate nella mente di chi teme per il destino dell'orso marsicano, al momento non esistono, e sono ben altri i problemi per questa meravigliosa popolazione».

Per il Parco, «affermare che gli “orsi scendono in paese perché hanno fame” è una risposta troppo semplicistica, che non tiene conto di quanto in natura tutto sia più complesso di quello che sembra. Siamo sicuri- si legge ancora- che gli orsi avrebbero superato i mesi invernali anche senza cibo supplementare, anche perché non è dato ancora sapere le quantità di questo cibo utilizzato, né quanto in realtà gli orsi abbiamo usato queste e altre risorse.

A meno che gli orsi non siano stati “pedinati”, andando ben oltre il semplice gesto dimostrativo e contribuendo in modo significativo alla fase di abituazione all'uomo, con tutte le conseguenze che questo comporterà. E qui si apre un altro scenario, se possibile ancora più inquietante del precedente».

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