L’indomani della scarcerazione di Ilaria Salis a Budapest, arriva la notizia che Chico Forti ha lasciato il carcere di Miami. Per entrambi, quindi, l’estradizione in Italia non è più solo un sogno da accarezzare. «Per me ora comincia la rinascita», ha commentato l’ex surfista e produttore televisivo trentino a persone a lui vicine poco prima del suo trasferimento, per il quale si sarebbe detto «molto positivo». A quasi 24 anni dalla sentenza che lo condannò all’ergastolo per l'omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike, emessa nel giugno del 2000, il 65enne - che si è sempre dichiarato innocente - è stato trasferito in una struttura federale dell'Agenzia statunitense per l'immigrazione. A quanto si apprende dalla Farnesina, nella scheda di Forti del Florida Department of Correction, alla data di inizio custodia, il 7 luglio 2000, è stata aggiunta quella del 15 maggio 2024, indicata come data del rilascio. A Miami, nel frattempo, si è già tenuta l'udienza in cui l’ex surfista ha siglato l'accordo con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia. Si tratta dell'ultimo passaggio prima del rientro, dopo che la Corte d'appello di Trento ha convertito la sentenza statunitense. «La procedura è in moto ma non siamo ancora in grado di prevedere nulla su tempi e modi o ulteriori passaggi», ha precisato l'avvocato Andrea Radice, membro del comitato “Una chance per Chico”.
LA VICENDA
Nato a Trento nel 1959, Forti ha dedicato una prima parte della sua vita allo sport, distinguendosi in particolare nel windsurf.
LA CONDANNA
Il 15 giugno del 2000 fu condannato all’ergastolo senza condizionale per il delitto da una giuria popolare della Dade County di Miami. Il leader del “Sunshine State” più di tre anni fa diede per la prima volta la sua «approvazione condizionata» alla consegna di Forti, anche se i pubblici ministeri che lo perseguivano si erano opposti al trasferimento chiedendo garanzie che il detenuto scontasse davvero la sua condanna, senza riduzioni. Il suo caso ha suscitato un certo clamore in Italia. In campo era sceso anche Andrea Bocelli e sua moglie Veronica. Dopo un iter particolarmente lungo e un confronto durato anni, l'autorizzazione al trasferimento è stata annunciata il primo marzo scorso dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in seguito a un confronto a Washington con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
«Dopo quasi 25 anni passati sulla porta dell'abisso e dell'inferno, forse stavolta l'incubo finisce davvero - ha commentato lo zio, Gianni Forti - Adesso avrà corso la convenzione di Strasburgo e dovrà rientrare a quelle condizioni. Da parte nostra c'è la grande speranza che i tempi siano brevi». In ogni caso il 65enne non tornerà in Italia da uomo libero: dovrà scontare la pena residua in base al diritto italiano, potendo accedere con il tempo a permessi premio, semilibertà e infine libertà condizionata.