Droga per i monti Lepini, cinque condanne: 15 anni a Fabio Nalin

L'indagine fu condotta dai carabinieri e coordinata dalla Dda di Roma

Il tenente colonnello Antonio De Lise
di Marco Cusumano
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Giovedì 16 Maggio 2024, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 13:13

Prime condanne per l’operazione “Ade” che un anno fa colpì un gruppo di spacciatori che operava a Priverno e nell’area del Monti Lepini. Accolte in pieno le richieste del pubblico ministero Luigia Spinelli nel processo con rito abbreviato: il gup di Roma Maria Gasperi ha condannato Fabio Nalin a 15 anni di carcere, Massimiliano Frattarelli a 7 anni 8 mesi, Antonio Zuccaro a 8 anni e 6 mesi, Emiliano Fedeli 3 anni e 8 mesi, Cesare Panici a 2 anni e 2 mesi. Ha invece scelto il rito ordinario Pietro Canori, rinviato a giudizio con prima udienza fissata a settembre al tribunale di Latina.

L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma fu condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise. Nelle carte dell’accusa compaiono nomi di spicco della criminalità locale. Pietro Canori, nei lunghi anni di attività criminale, è stato destinatario di diversi mandati di cattura, fuggendo anche in Spagna. Fu inserito nella lista dei 30 latitanti più pericolosi e poi arrestato a Madrid grazie a una complessa indagine internazionale. 

Altro nome di spicco è quello di Fabio Nalin, conosciuto nell’ambiente dello spaccio di droga e in questa indagine accusato di occuparsi dell’approvvigionamento e dello stoccaggio dello stupefacente che poi veniva venduto al dettaglio da una fitta rete di pusher, tra Latina, Priverno e tutti i paesi dei Monti Lepini. Di loro due aveva parlato più volte il pentito Agostino Riccardo, citato anche nelle carte dell’indagine “Ade” dei carabinieri.

L’ex leader del clan Di Silvio indicò chiaramente i nomi dei narcotrafficanti e le zone di riferimento: «Ciprian, Canori e Nalin lavorano tutti per Patrizio Forniti. Ciprian gestisce Latina città, mentre Nalin e Canori si dividono i monti Lepini, quindi Sermoneta, Cori, Sezze». 

DROGA DELLO STUPRO

Secondo la ricostruzione dei carabinieri il gruppo, oltre a cocaina e hashish, gestiva anche lo spaccio di “amnèsia”, una pericolosa droga che viene spesso consumata dai giovanissimi. Sembra infatti un semplice “spinello”, ma in realtà di tratta di eroina e metadone spruzzati sulla marijuana, una miscela potentissima che crea una rapida dipendenza ma anche pericolose amnesie e per questo viene indicata tra le pericolose “droghe dello stupro”. 

Uno dei sequestri più corposi effettuati dai carabinieri nell’ambito dell’indagine “Ade” riguardò proprio la nuova droga amnèsia: 700 grammi divisi in sette panetti che furono recuperati a Priverno. Gli investigatori ricostruirono una rete di contatti molto fitta, sospettando che la quantità di droga immessa sul mercato pontino sia notevolmente superiore a quanto individuato e sequestrato.

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