Benedetta Bruzziches, borse in vendita per beneficenza contro la violenza sulle donne

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Sabato 18 Maggio 2024, 05:00

Le sue borse hanno già conquistato le star del cinema, della musica e della moda. Da Madonna a Sarah Jessica Parker, da Hanne Hathaway a Rihanna, perfino Rita Levi Montalcini ne è stata rapita. Adesso puntano più in alto: fare qualcosa per le donne vittime di violenza e discriminazioni. Benedetta Bruzziches da Caprarola è diventato un brand mondiale: ora ha deciso di mettere in vendita online dieci pezzi e devolvere il ricavato alla Fondazione Pangea Ets, che dal 2002 in Afghanistan, India e Italia lavora per le donne che vivono violenze e discriminazioni. Tutti i progetti di Pangea hanno un unico grande obiettivo: il riscatto economico e sociale delle donne e delle loro famiglie.

Il progetto si chiama “BB x Pangea”: la vendita andrà avanti fino all’8 giugno 2024 sulla pagina web https://benedettabruzziches.com/bb-x-pangea/. Alla fine saranno diverse migliaia di euro. A raccontare la genesi dell’operazione è la stessa stilista e designer. L'idea è stata ispirata da un incontro: «Negli scorsi mesi - dice Benedetta Bruzziches - ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con un gruppo di meravigliose ragazze afghane che, a dispetto delle difficoltà e del divieto di accesso all’istruzione per le donne, hanno deciso, in maniera autogestita, di continuare a studiare, a essere curiose e a cercare uno spiraglio di luce che illumini le loro vite».

Questa esperienza ha spinto Benedetta a impegnarsi per restituire qualcosa, sia come donna che come brand, spingendosi oltre i confini del suo mondo. In questo impegno, ha condiviso la missione di Fondazione Pangea ETS e deciso di donare il ricavato della vendita di una selezione di pezzi d’archivio per supportare i progetti che Pangea da anni porta avanti promuovendo l'indipendenza e l'autodeterminazione femminile. «Credo fortemente nell’alleanza tra donne e nel profondo impatto che può avere nella società. Una donna da sola può fare molto, ma unite possiamo fare tutto».

È incredibile come la sua attività sia iniziata per caso, 13 anni fa. «Tutto grazie all’incontro con Vimal, proprietario di una delle più grandi aziende indiane specializzate nella produzione di accessori in pelle intrecciata. Eravamo ad una fiera di pellami a Bologna. Entrai con lui in ascensore e finsi di essere una stilista di borse. Avevo solo 22 anni ma tanta voglia di arrivare. Scatto subito empatia: mi invitò a Madras, da lì realizzai le prime bozze per lui».

Il resto è storia. Fino a quella odierna: «Ho selezionato personalmente dieci pezzi unici il cui ricavato sarà devoluto per contribuire, seppure nel mio piccolo, al cambiamento che vorrei vedere intorno a me, dove ogni donna abbia il diritto di reclamare il proprio posto nel mondo. Sono pezzi a cui sono molto legata poiché raccontano la storia di questo brand, che è anche la mia».

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