Gissi, sarta uccisa con il coltello: processo al via a dicembre

La casa dell’omicidio, sopra Flavio Giovanni Meo
di Lea Di Scipio
3 Minuti di Lettura
Sabato 18 Maggio 2024, 07:20

VASTO – È fissata per il prossimo 6 dicembre 2024 la prima udienza del processo in corte d’Assise di Lanciano a carico di Flavio Giovanni Meo, a distanza di circa un anno dall’omicidio della sarta 84enne Carolina D’Addario. Il 59enne, bracciante agricolo originario di Palmoli e domiciliato a Gissi, è accusato di averla uccisa con una coltellata, nella sua casa di corso Remo Gaspari numero 6, il 23 dicembre 2023 e ad averne richiesto il giudizio immediato sono i pm della procura di Vasto Vincenzo Chirico e Silvia Di Nunzio. L’uomo rischia l’ergastolo per omicidio volontario aggravato in riferimento all’età avanzata della donna ultraottantenne, rapina pluriaggravata, poiché brandiva un coltello di 22 cm utilizzato per trafugare con violenza e minacce monili, preziosi e denaro contante, nonché su di lui pesa l’accusa di possesso ingiustificato di armi con l’aggravante di assicurarsi il profitto. Ad incastrare Meo, che a gennaio è stato trasferito dal carcere di via Torre Sinello a Vasto a quello di Frosinone, dove si trova in isolamento, è un video delle telecamere di videosorveglianza che l’ha ripreso mentre si allontanava dal luogo del delitto e ripuliva con la sua stessa maglietta la lama del coltello sporca di sangue. Il 59enne, difeso dall’avvocato Luigi Masciulli, si sarebbe introdotto nella casa dell’anziana da una delle due porte, molto probabilmente quella sul retro di via del Sole, da cui si accedeva al suo laboratorio di sartoria, per rubarle i suoi risparmi e non solo. 20mila e 500 euro, ma anche la fede nuziale, la collana e un altro anello che la vittima indossava al momento dell’aggressione e dai quali non si separava mai. Questa la refurtiva ritrovata in un’intercapedine dell’abitazione dello stesso Meo. L’imputato risiedeva vicino casa di “Nelluccia”, come tutti in paese la chiamavano teneramente, al civico 3 di Piazza Nuova, a soli 50 metri di distanza dal luogo in cui si è consumato l’omicidio. Arrestato dai carabinieri il 29 dicembre, Flavio Giovani Meo ha confessato il delitto ai militari, indicando anche il punto dove si era sbarazzato dell’arma, lanciandola da un muraglione del centro storico. Carolina D’Addario trascorreva la maggior parte del suo tempo in quella stanza dove con cura rammendava i vestiti dei compaesani. Ed è proprio da quella finestra da cui la si scorgeva all’opera, che quel maledetto giorno un passante l’ha vista sul pavimento, con il volto riverso a terra. Sin da subito i sospetti che non si fosse trattato di un malore. Avvertiti i figli Dario e Teresa Rucci, questi hanno notato la mancanza dei gioielli, dal valore soprattutto affettivo, finché Rolando Barducci, titolare dell’agenzia funebre, si è accorto che il vestito era intriso di sangue. A chiarirne la provenienza il medico legale Pietro Falco: un taglio all’emitorace sinistro procurato con la lama del coltello che ha raggiunto il polmone. Gissi è ancora sotto shock: “Quello che vogliamo è che venga fatta giustizia”, hanno detto i figli dell’anziana assassinata, assistiti dai legali Agostino Chieffo e Alessandro Orlando.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA