Incontinenza, quali sono le strategie per curarla: da interventi comportamentali a quelli riabilitativi

In Italia sono tra 2 e 5 milioni di persone che convivono con il disturbo. Lanciata una campagna di informazione e sensibilizzazione

Incontinenza, quali sono le strategie per curarla: da interventi comportamentali a quelli riabilitativi
di Valentina Arcovio
3 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Maggio 2024, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 07:41

È imbarazzante e sconfortante, un vero e proprio tabù a qualunque età.

Sia da bambini sia da adulti e anziani, l’incontinenza urinaria può diventare un vero e proprio incubo, tale da compromettere la qualità della vita di chi ne soffre fino a impedire lo svolgimento di determinate attività. Ad esempio, il bambino può declinare l’invito a un pigiama party a casa di un amico; un adulto può rinunciare alla palestra per evitare spiacevoli incidenti dovuti a uno sforzo; e un anziano può isolarsi dalle occasioni di famiglia per non dover affrontare l’imbarazzo di perdite inaspettate.

A convivere con questo problema sono 2 o forse anche 5 milioni di persone in Italia, che il più delle volte vivono questa loro condizione con tanto stress e ansia. La perdita di urine che non dipende dalla propria volontà è un fenomeno le cui dimensioni potrebbero essere molto più ampie di quanto immaginato, considerato l'altissimo numero di persone che per pudore o vergogna non ne parlano neanche con il proprio medico di base: si calcola infatti che in Italia sia solo il 25% dei pazienti a decidere di iniziare una terapia.

La sensibilizzazione

Di conseguenza è diventato una sorta di «imbarazzante compagnia», un tabù che però la Fondazione italiana continenza (Fic) vuole abbattere con una nuova semplice iniziativa di informazione e sensibilizzazione. Il progetto, reso possibile grazie alla collaborazione con l’agenzia Kondoo, è composto da 10 brevi video informativi, in cui urologi, ginecologi, fisiatri, fisioterapisti e infermieri della Fic affrontano in maniera chiara ed efficace il tema dell’incontinenza da tutti i punti di vista: da quello femminile e maschile a quello pediatrica e dell’anziano fino alla vescica neurologica.

Si tratta di dieci importanti messaggi, a cui seguirà la realizzazione di altri cinque video che tratteranno la tematica in maniera ancora più approfondita. Gli interventi, tutti registrati da specialisti, mirano a «normalizzare» la discussione su questa problematica, elencando le varie possibili soluzioni.

Le strategie

«Lo scopo dei nostri video è primariamente quello di far sentire le persone meno sole di fronte a questa problematica, far conoscere le varie possibili strade da intraprendere per gestirla e sconfiggere il tabù per il quale l’incontinenza è una patologia da sopportare», dichiara Stefania Chierchia, segretario della Fondazione italiana continenza e coordinatrice del progetto. «Noi della Fic crediamo fortemente che l’incontinenza si possa curare e, nei casi in cui ciò non fosse possibile, ci sono molti modi per migliorare la qualità di vita del paziente», aggiunge. Da interventi comportamentali a quelli riabilitativi, lo specialista può consigliare a ogni paziente la miglior strategia di intervento.

«Questa serie di micro video e, a seguire, video monotematici, sulle diverse popolazioni a rischio di incontinenza e di disturbi delle funzioni pelvi perineali – evidenzia Giulio Del Popolo, presidente della Fondazione italiana continenza – hanno la finalità di attirare l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni sulle problematiche dell’incontinenza urinaria, fornendo una corretta informazione su prevenzione, gestione iniziale e possibilità terapeutiche. Obiettivo: trasformare il tabù “incontinenza” nella risoluzione del problema». Il messaggio lanciato è anche quello di non arrendersi o rassegnarsi. L’incontinenza, nelle sue due forme più tipiche «da urgenza» e «da sforzo» è curabile. Non è dunque una condanna al pannolone, ma un problema nella stragrande maggioranza delle volte risolvibile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA