Lottizzazione abusiva: due palazzi sequestrati a Francavilla

Esposto dei consiglieri di minoranza: inchiesta con 5 indagati a Francavilla

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di Alfredo D'Alessandro
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Mercoledì 15 Maggio 2024, 07:14

Diritti edificatori concessi dal Comune al privato in cambio di aree che erano già dell’Ente in base una convenzione di lottizzazione del 1969, le stesse particelle delle quali il Comune avrebbe potuto eccepire l’usucapione, cedute due volte, la seconda nell’ambito di una convenzione urbanistica compensativa del 2021, sfociata nel 2022 in un permesso a costruire, aree dello stesso comparto, la zona 15 G, sulle quali già è realizzata la viabilità pubblica e che non erano, dunque, destinate a standard urbanistici.

IL MECCANISMO
È questo il meccanismo che ha permesso alla Maestrale srl di realizzare due palazzi residenziali a ridosso della rotonda dell’Asterope, di fronte al mare, lungo viale Alcione a Francavilla al Mare: edifici che ieri su decreto del gip del Tribunale di Chieti, Luca De Ninis, su richiesta del pm Giancarlo Ciani, sono stati sottoposti a sequestro preventivo dai militari del Nucleo investigativo Forestale di Chieti, unitamente ai Nuclei Forestale di Chieti e Pescara. Cinque gli indagati per lottizzazione abusiva e abuso d’ufficio: sono Massimo Di Giampaolo, 50 anni, legale rappresentante della Maestrale srl, che ha beneficiato della convenzione, il notaio teatino Giovanni De Matteis, 72 anni, che della convenzione 2021 ha redatto il rogito, il dirigente del settore urbanistica del Comune, Roberto Olivieri, Ivan Pellegrini, 31 anni, che nel 2021 era formale rappresentante della società, e Ivo Accili, 54 anni, firmatario della convenzione nel 2021. L’inchiesta, partita da un esposto presentato dai consiglieri di minoranza, ha portato alla luce l’illecita attribuzione di volumetrie per circa 11.104 metri cubi ad aree prive di indice edificatorio ovvero strade esistenti come via delle Napee, di cui circa 2.000 utilizzati dalla Maestrale per l’ampliamento di una vecchia villa sul lungomare.

Il blitz di ieri dovrebbe bloccare, a questo punto, la cementificazione di ulteriori aree mediante l’utilizzo della rimanente cubatura ovvero 9.000 metri cubi. La svolta è arrivata dalle conclusioni alle quali giunge l’avvocato Ciaglia di Roma, incaricato per un parere dalla Giunta comunale, un parere che finisce nelle 18 pagine del provvedimento di sequestro: dice fra l’altro che il privato ha ceduto all'ente terreni già acquisiti dallo stesso nell'anno 1969 con precedente convenzione, e che non era applicabile il meccanismo della cessione compensativa, ovvero cessioni di terreni in cambio di cubatura e risulta oltre che illegittima anche eccessiva la cubatura ceduta dall'ente.

IL DECRETO
Scrive il gip nel decreto di sequestro: «Appaiono paradossali la mistificazione degli obiettivi e l’eterogenesi dei fini: al fine di consentire al Comune, che non ha risorse per pagare indennità di esproprio comunque non dovute, di adeguarsi agli standard urbanistici prescritti dal decreto ministeriale numero 144/1968, l’ente si accorda con il privato per acquisire aree, che in parte gli sono già state cedute, nella parte residua comunque non sono destinate a standard e non necessitano quindi di indennizzo per essere già usucapite alla viabilità pubblica, e cede in cambio una cospicua ulteriore volumetria edificabile da riversare nel comparto più pregiato e già evidentemente saturo della città. Il tutto ad interesse del privato e in totale conculcamento dell’interesse pubblico».

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