Trovato un airone guardabuoi nei pressi di una villa vicino Roma: «Era nascosto tra i contenitori dei rifiuti»

La scoperta in una strada tra Morlupo e Capena. L’etologo: “Aveva difficoltà respiratorie, ora è presso il centro di recupero della Lipu”

Trovato un airone guardabuoi nei pressi di una villa vicino Roma: «Era nascosto tra i contenitori dei rifiuti»
di Alessia Perreca
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Lunedì 13 Maggio 2024, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 15:28

Era nascosto tra i contenitori dei rifiuti dell’indifferenziata nei pressi di un’abitazione tra Morlupo e Capena, alle porte della Capitale. «Sembrava una cicogna», ha raccontato una residente che lo ha ritrovato giorni fa e ha subito dopo lanciato un appello per salvarlo. Non si trattava però dell’uccello considerato il simbolo della longevità, ma di un airone guardabuoi. «Non riusciva a prendere il volo - ha spiegato l’etologo Andrea Lunerti  - le ali non hanno riportato particolari traumi e al mio arrivo si era incastrato all’interno di una rete con l’intento di fuggire».

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Airone guardabuoi tra i rifiuti di un’abitazione vicino Roma

L’esemplare rinvenuto tra Morlupo e Capena è stato salvato dall'esperto e condotto presso il centro di recupero della Lipu: da una prima osservazione da parte del personale sembrerebbe non presentare lesioni alle ali, ma difficoltà respiratorie. «La cattura non è così semplice - ha sottolineato Lunerti - perché hanno un becco appuntito e spesso possono sferrare colpi.

L’Airone guardabuoi - bubulcus ibisi - è un uccello dall’aspetto elegante con un piumaggio di colore bianco nella stagione invernale che assume una colorazione più rossiccia nel corso dei mesi estivi. «Predilige le zone collinari dove ci sono animali da pascolo e la sua dieta include crostacei, piccoli pesci o molluschi. Talvolta arrivano a nutrirsi anche di parassiti bovini», osserva Lunerti. «Quando accadono circostanze simili  bisogna sempre rivolgersi a un esperto oppure alle associazioni di recupero: l'airone non è consapevole dell'intento dell'uomo di salvarlo e metterlo al sicuro da eventuali pericoli e, pur di fuggire, può arrivare a colpirci al volto e agli occhi, ferendoci».

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